In Italia si sentiva proprio la necessità di una ventata di aria fresca dal punto di vista musicale.
Se accendiamo la radio sentiamo tutte le canzoni uguali, con il solo scopo di far aumentare i like sui social degli artisti, tralasciando il vero senso della musica.
Per fortuna ci vengono il aiuto quattro musicisti che inseme hanno creato un progetto nato quasi per gioco che si chiama: I Hate My Village.
Il gruppo p composto da Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35), fautori del progetto ed Alberto Ferrari (Verdena) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle).
Ad aprire il concerto del Locomotiv di Bologna c’è il chitarrista degli Aftherhours e Massimo Volume : Stefano Pilia.
La sua performance non dura molto, i suoni che provengono dalla sua chitarra e dai suoi innumerevoli effetti è molto particolare tra lo psichedelico e il soprannaturale.
Sono passate da poco le 22 che ecco salire sul palco gli hate my village.
Il Locomotiv è pienissimo di gente curiosa di vedere dal vivo questi musicisti.
Tra il folto pubblico si riconoscono anche membri di altre band, curiosi anche loro di vedere colleghi e amici suonare insieme sul palco.
Se si ascolta il disco si nota una forte somiglianza ai lavori dei Calibro 35.
Con l’innesto delle chitarre di Viterbini si entra di più in un sound quasi tribale come se i polizieschi sulla banda della Magliana si fossero tutto d’un tratto trasferiti nel deserto Africano.
Il chitarrista dei BSBE adoro questi ritmi visto che in passato ha collaborato con artisti come Bombino.
Presentiment è uno dei migliori brani del disco che precede Tramp che anche se al suo interno ha dei chiari riferimenti agli anni 80 sembra appena uscito dagli studi di Nashville della Thrid man record di Jack White.
Anche in Italia si può sperimentare dei suoni nuovi e gli Hate my village ne sono la conferma.
Acquaragia fa finalmente entrare la voce di Alberto Ferrari.
I suoni più gitani si hanno con brani con Fare un fuoco dove si fa fatica stare fermi con i ritmo incessante della chitarra di Viterbini e la batteria di Rondanini che ti prendono e non ti lasciano più.
Non solo suoni gitani in stile anni 80, ma anche dei bellissimi blues in chiave moderna in puro stile Dan Auerbach con Fame e soprattutto con il singolo Tony Hawk of Ghana.
La cover di Don’t stop til you get enough del Re del pop Michal Jackson anticipa la chiusura con un brano di uno dei tanti progetti paralleli di Viterbini ovvero Tubi innocenti.
Un po’ calibro 35 un po’ Black Keys e tanto Jack White si nasconde dietro questo meraviglioso progetto che una volta ascoltato dal vivo ti fa apprezzare ancora di più su il disco.
Quello che doveva essere una jam session tra amici, è diventato un progetto molto interessante che forse rimarrà tale, ma in un panorama molto triste come quello della musica rock italiana, gli Hate my village sono riusciti nell’intento di pubblicare un disco diverso, innovativo e straordinario che sicuramente già a gennaio si può dichiarare come il disco rock italiano più bello del 2019.
SETLIST:
Presentiment
Tramp
Acquaragia
Fare un fuoco
I ate my village
Elvis
Fame
Bahum
Kennedy
Tony Hawk of Ghana
Encore:
Don’t stop til you get enough (Michael Jackson cover)
Tubi innocenti (Film o Sound)
Il mio consiglio è di segnarvi le prossime date per andare a supportarli :
15 febbraio 2019 BRESCIA LATTERIA MOLLOY
16 febbraio 2019 PORDENONE CAPITOL
21 febbraio 2019RIVOLI (TO) CIRCOLO DELLA MUSICA
22 febbraio 2019 CARPI (MO)KALINKA
23 febbraio 2019 MONTEMARCIANO (AN) KLANG FESTIVAL
27 febbraio 2019 MILANO SANTERIA
01 marzo 2019 COSENZA MOOD SOCIAL CLUB
02 marzo 2019 NAPOLI GALLERIA 19
03 marzo 2019 COSENZA MOOD SOCIAL CLUB
22 marzo 2019 BERGAMO DRUSO
28 marzo 2019 GAMBETTOLA (FC) TREESSESSANTA
29 marzo 2019 L’AQUILABLISS
30 marzo 2019 BARI OFFICINA DELLE ARTI
31 marzo 2019 LECCE OFFICINE CANTELMO
20 aprile 2019 FOLIGNO (PG) SUPERSONIC
27 aprile 2019 GENOVA BALENA FESTIVAL
Un ringraziamento particolare al Locomotiv club per il gentile invito
Foto e testo di Carlo Vergani
I Hate my village
Stefano Pilia