La band inglese dopo due dischi di successo, usciti agli inizi degli anni 2000, si sciolse come neve al sole, soprattutto per colpa degli abusi di cocaina e di alcol di Justin Hawkins.
Dopo aver risolto i problemi, nel 2011 la band torna con la line-up originale ed è qui a Bologna dopo 12 anni per presentare il loro ultimo disco “last of our kind” uscito nel 2015.
Ad aprire il concerto c’è un duo scozzese : “The river 68’s”
Il loro sound è un mix tra folk, rock e brit pop,concentrato soprattutto sul timbro vocale del cantante.
Alle 21:30 in punto ecco salire sul palco i Dakrness.
Justin abbandona i body alla Freddie Mercury per dei più “sobri” completi anni 70′, così come il fratello Daniel anche lui in completo elegante, ma con l’inconfondibile maglia dei Thin Lizzy sotto la giacca.
Chiudono il quartetto il bassista Frankie Poullain in stile Omar Rodriguez Lopez, mentre Rufus Taylor alla batteria, figlio di Roger dei Queen, sembra uscito da un videoclip del padre.
Partono subito con il singolo “Barbarian” tratto dal loro ultimo disco, ma è chiaro che fin da subito che il pubblico sembra venuto sopratutto per ascoltare i vecchi brani.
La band accontenta subito il pubblico suonando “Growing on Me” e “Black Shuck”.
Justin abbandona subito la giacca per rimanere a torso nudo, anche perchè nonostante la temperatura esterna, dentro l’Estragon l’atmosfera si è subito scaldata.
I brani nuovi sono molto diversi da quelli più datati e dal vivo non riescono a decollare, ma per fortuna l’intro di “one Way Ticket” fa ripartire la festa.
Justin domina il palcoscenico in modo esemplare chiedendo sempre il supporto del pubblico, con il suo timbro vocale inconfondibile che colpisce sempre, nonostante non sia più quello di 12 anni fa.
“Love Is Only a Feeling” ,”Friday Night” e “Get Your Hands Off My Woman” sono sempre dei gran pezzi che fanno letteralmente ballare tutto l’Estragon.
“I Believe in a Thing Called Love” è il loro più grande successo che chiude degnamente il concerto prima degli immancabili encore.
Justin per suonare gli ultimi due brani , si è presentato sul palco con uno striminzito bermuda da tennis attillato e una maglietta rossa aderentissima.
Lo show non sembra essere finito anzi. Durante il primo pezzo si getta letteralmente tra il pubblico per suonare la chitarra eludendo la folta sicurezza.
Mentre nel secondo si è messo a scalare la struttura del palco in stile king kong per vedere tutto il pubblico presente nel locale bolognese.
In conclusione questo spettacolo rock ci ha ridato una band che sembrava persa, che, nonostante le difficoltà, sta cercando di trovare la strada che era stata abbandonata 10 anni fa.