Fa tappa a Milano, nella splendida location del circolo Magnolia, il circo musicale dei Sun Kill Moon, progetto dell’istrionico Mark Kozelek, frontman della band E Deus Ex Machina dell’etichetta che li produce, la Caldo Verde records.
Una band concreta e fortemente legata alle corde vocali di Kozelek, accompagnate per l’occasione, come nelle altre date del tour italiano, dalle bacchette del sempreverde Steve Shelley, pietra miliare vivente del rock indipendente mondiale dopo gli anni passati dietro la batteria dei Sonic Youth.
Dopo il chiacchierato live del 2014 al Biko, dal quale è stato prodotto anche un disco, i Sun kill Moon tornano ad illuminare il pubblico milanese nel consueto show fatto di epica musicale folk rock e sentimenti gettati in nota, in un clima che tiene lontano fanatici dello smartphone e festaioli del giovedì sera.
Che sia una serata in cui ci sarà da divertirsi lo si capisce già dopo il primo pezzo, quando il coinvolgimento di Kozelek con gli appassionati occorsi al circolo di Segrate si mette subito in luce sotto forma di pose da rock star, mimate prendendosi gioco di un giovane fotografo in preda all’estasi dell’evento. A far da collante ci sono i pezzi dello stralunato repertorio della band, sparsi tra l’intensità delle canzoni dell’immenso Benji (sesto album della band edito nel 2014 dalla citata Carlo verde) e alcuni nuovi brani legati alle numerose fatiche di Kozelek, tra cui l’ultimo Mark Kozelek Sings Favorites, uscito il 27 maggio scorso e in cui il nostro messia si diverte a cantare i suoi brani preferiti chiamando a raccolta gente del calibro di Mike Patton, Mimi Parker e Will Oldham.
Messo temporaneamente da parte il lavoro con Jesu, con il quale ripartirà in tour in autunno per cantare il vibrante album edito nel gennaio 2016 dalla mastodontica casa discografica londinese Rough Trade, il quartetto dei Sun regala quindi attimi di pura emotività, sviscerando l’intensità di brani storici come Dogs e Ben’s my friend, persi tra spettacoli di spoken word in cui l’avversione per i social non manca (“facebook is not the answer” grida ad un certo punto il frotman) e dichiarazioni di amore al cibo e alle ragazze italiane. In mezzo, la poesia di I Can’t Live Without My Mother’s Love, tributo di uno splendido uomo di 49 anni in camicia grunge a quadrettoni ad una madre che lo ha messo al mondo.
Nonostante la pigrizia e l’avversione per gli aerei di Linate siano sempre in agguato Kozelek e soci sembrano divertirsi e regalano due ore di spettacolo concreto e intimo. Dopo i 10 minuti e 10 secondi di This Is My First Day And I’m Indian And I Work At A Gas Station, il cerchio si chiude con le cover di Hang on to your emotions, omaggio al mostro sacro Lou Redd, e di Somewhere Over the Rainbow. Dopodiché, capiamo che è davvero l’ora di tornare a casa.
Si ringrazia il Circolo Magnolia per il gentile invito.
Testo a cura di Andrea Alesse