Gli illuminati del web e della carta stampata musicale mi avevano avvertito sul talento di Sequoyah Tiger. Ma vederla in carne e ossa nella sua timidezza e nel suo fervore creativo mi ha felicemente impressionato.
Un’altra serata serena pruodly madre by Costello’s ha portato la performer veronese sul palco dell’Ohibo’ proprio mentre l’ultimo venerdì d’inverno se ne va.
Ad accompagnare, prima di lei, la dance elettronica dei torinesi Lekka, in un miscuglio pratico di suoni che arrivano dalla consolle dei fratelli chimici e dei Justice. Vestiti essenziali (maglietta bianca d’ordinanza), i tre amano danzare e muovere gli effetti elettronici sul terreno di percussioni e di miscela dinamica che mettono in piedi con voglia di fare e divertimento.
Ballano continuamente, al servizio di un suono che ama i Soulwax e l’energia, per farsi conoscere e magari danzare con il loro handclapping, tutto sulle note del loro primo disco uscito nel 2017. Italiani ma in realtà internazionali e volenterosi
I Lekka come antipasto, e la regina Sequoyah Tiger che si appropria di un palco scarno, dove può muoversi liberamente con la sua compagna ballerina. Suona la sua elettronica minimale e dalle enormi potenzialità, coniugata la con la performance di danza robotica che le due mettono in atto. Una pedaliera con effetti dal numero smisurato e il microfono con il lungo filo sono gli unici due aggeggi che Sequoyah Tiger porta sul set, per dare tutta se stessa nel solito completo calcistico vintage. Un’artista che gioca e fa il tifo per chi sa chi nello stesso momento, sventolando le sue bandiere (una con su scritto classic, genio), tra le creative meraviglie che porta con sé. Canta in maniera decisa Sequoyah Tiger mentre va veloce cavalcando gli effetti elettronici preda di uno stile variegato e ben costruito. Sotto le note scorre il Parabolabanndit pensiero, album compresso di psichedelia elettro che da il vivo fa trionfare la distorsione melodica di Punta Otok e la melodia di pop stralunato di The fire D Vampa.
Mentre veniamo colpiti dalle posizioni da discobolo e dallo sguardo sempre fisso in punto della danzatrice, che la segue come totalmente dedita alle sue musiche, Sequoyah Tiger spinge oltre il suo set dell’Ohibò con attacchi minimal techno e posizioni fisiche allo stremo, confrontandosi con la carica vocale che solo una come lei poteva dare ad un personaggio riuscito e sempre misterioso. Si capisce, allora, perché la blasonata Morr Music l’abbia chiamata a sé, mentre il suo corpicino esile si trasforma in un eroina greca alle prese con strumentazioni elettroniche e ricercatezza sonora.
Performance unica nel suo genere, se potete approfittatene per rivederla.
Testo a cura di Andrea Alesse
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