Autori: The Johnny Clash Project
Album: S/t
Label: Rocketman Records
Quando ascolti cose fondamentali come i lavori degli immortali The Clash e del compianto e mai domo Johnny Cash ha innegabilmente una marcia in più. Se poi fai musica e sai personalizzare entrambi i due artisti di cui sopra, rendendo magiche e attuali delle note intramontabili, allora fai parte dei The Johnny Clash Project.
Nel loro nuovo omonimo lavoro, che esce proprio oggi 16 marzo 2018, si riflettono la necessità del primo album dei The Clash, anch’esso omonimo e uscito nel 1977 (se non lo sapevate smettete di leggermi, please), e la poesia di strada del mastro Cash. Un nome della nostra band che non è altro che una crasi, per un album che fuoriesce dai canoni dei ri–arrangiamenti classici sul tema The Clash, portando nella dimensione da fuorilegge i testi del gruppo inglese, con una chiave folk-western e wild rock’n’roll.
I The Johnny Clash Project dimostrano di avere pazienza e perizia nel trovare gli accordi giusti, reinterpretando tutte le perle del sopracitato album con una capacità strabiliante, soprattutto perché il rischio di sentire qualcosa di già esistito è scansato dai tre rockers bolognesi sin da subito. Lorenzo Mazzilli (voce e chitarra), Paolo Cicconi (chitarra e banjo) e Zimmy Martini (contrabbasso), si fanno in questo viaggio accompagnare, qua e là nel disco, da Matteo Dall’Aglio alle percussioni, Marc Santò agli archi e dai cori femminili delle tre Le Birrette. Quello che ne viene fuori è un disco di ottimo spessore, non solo per nostalgici o feticisti del gruppo londinese.
Da Janie Jones a Garageland tutto scorre come in uno perfetto scenario, confrontandosi con il rockabbilly e il blues, suoni di casa per i tre artisti che diventano perfetti per un mix godibile e mai sopra le righe, quello stile che molti chiamano “outlaw country”. Una musica per sbarazzarsi delle proprie catene, che ama i cori di Cheat e il violino di Deny per dare vigore al personale punto di vista musicale dei The Johnny Clash Project. Pochi fronzoli e tanta sostanza, come nella combo western di Career Opportunities, che diviene poetica e rilassata, oppure nella elettricità di 48 Hours, traccia portata avanti da cori e passione.
Perdetevi dunque nella ballad di What’s my name e nei suoi accordi muti di chitarra, respirate i The Johnny Clash Project nella cavalcata frizzante alla the blues against youth di White Riot, ci troverete la passione e il valore di una storia musicale riletta con innegabile gusto e capacità.
Ascoltateli qui:
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Andrea Alesse