Autore: Gustavo
Album: Dischi volanti per il gran finale
Label: I Make Records
Poesie in musica, dietro un lavoro di composizione scrupoloso e una chiara attenzione verso il cantautorato ricercato. Gustavo non è esattamente il suo alter ego, ma per il nostro Franceso Tedesco è il protagonista delle sue musiche, in cui l’avant pop si fa sacralità e la coerenza di una liturgia musicale matura sposa un enorme sax tenore e una cordiale tromba. I fiati rileggono la trama di un disco che non può non piacere a che ama il maestro Battiato, con dieci tracce che si suonano con un post rock spesso teso e di sottofondo.
Francesco Todesco scrive, arrangia, mixa e produce in solitudine il disco, suonando con un enfasi alla Giancarlo Onorato che incontra la schizofrenia dei The Ex e i loro fiati a tratti quasi jazz, per un’avanguardia che scalda il cuore con i suoi racconti.
“Dischi volanti per il gran finale” si muove tra le sue dolci anomalie musicali, con purezza da songwriter in una canzone come Incubi, mentre la titletrack accenna a caratteri maestosi di compulsione corale, con la tromba che suona essa stessa il gran finale e la chitarra dello stesso Francesco Todesco che si muove tra leggere percussioni e la solita poesia in note. La tradizione italiana che incontra la genetica musicale di scene eclettiche come quella olandese, come se Fabio Cinti venisse prestato a qualche band che accompagna psichedelici ritorni al passato.
Dentro l’album, inoltre, l’immortale desiderio di amore richiama la letteratura e il male interiore di Baudelaire ne i fiorellini del male, in cui si sente la voglia di Gustavo di essere libero e interprete delle sue declamazioni,. Un uomo di cultura che abbraccia di nuovo in Piani la trama del post rock, con un artigianato poetico meticoloso che Buon Giorno lascia atterriti per la sua sacralità, prima di chiudere il dico con Rbpj, cavalcata molto ben orchestrata e piena dei tecnicismi che premiano la musica di Francesco Todesco.
Andrea Alesse