Felpa
Tregua
Sussidiaria
Daniele Carretti, in arte Felpa, ci riprova e fa uscire oggi, 23 febbraio, Tregua. Il terzo disco del musicista emiliano coincide con una nuova fase emotiva, già evocata nel titolo dell’album. Una tregua, dopo Abbandono, disco del 2014, e Paura, uscito nel 2015.
Diciamolo subito, Felpa è un musicista affermato che non cerca popolarità, ma ama parlare di ciò che lo attraversa per mezzo di arpeggi sintetici, droni e sintetizzatori. Un musicista già conosciuto per i servizi resi con Offlaga Disco Pax e Magpie, che produce suoni minimali e intimi, preda di una presa biografica e di un ritrovato respiro di tranquillità ed equilibrio.
Tregua è aperto e chiuso da due tracce strumentali, Svegliarsi e Dormire, idealtipo di una giornata vissuta con quella ritrovata armonia che viene a contato con effetti che seguono il filone musicale di cui Carretti è parte integrante. Una partenza che ricorda proprio i lavori di Bachelite degli ODP, con quel ritmo elettronico minimale che ama gli AIR e la tradizione anni ’80.
Un ritmo, questo, che fa da traino a tutte le tracce del disco, racconti di un Felpa che ci parla di una relazione (Ancora) con un bell’intermezzo di chitarra, prima di immergersi con Distante in una parabola da Death in Vegas rallentati e messi insieme al cantato in italiano. La distanza dei corpi e il battito del ritmo minimal electro con una chitarra che si perde, e Felpa che si emoziona cantando.
La bella stagione delle colazioni d’amore è invece il mantra di Illumina, in cui Felpa si fa ancora più tenue e delicato nel cantato, ricordandoci dell’importanza delle carezze e della presenza, situazioni troppo spesso dimenticate anche tra chi si ama in maniera non banale.
In Tregua, comunque, ci sono anche trace che lasciano il segno per la sua composizione, come in Onde e il suo indugio nella scena Moor musical intima e amante dei synth docili e emotivi, regalandoci un Felpa tranquillo e autore di un bon progetto, per parlare non solo con le parole.
Andrea Alesse