Mulatu Astatke e le sue sonorità poetiche incantano al Bologna Jazz Festival

Come ogni anno in autunno torna il Bologna Jazz Festival, che coinvolge ambienti grandi e piccoli della città e man mano si sta estendendo anche nei dintorni del capoluogo emiliano. Una delle serate più importanti vede l’esibizione del vibrafonista Mulatu Astatke. 

Nato nel 1943 in Etiopia, Mulatu Astatke è il ‘padre’ dell’ethio-jazz. Nel suo percorso di formazione ha trovato una personale sintesi tra i suoi interessi per il jazz e la musica latina, generi che ha poi incrociato con la musica tradizionale etiope. È però solo a partire dagli anni Novanta, con le ristampe dei dischi dei decenni precedenti, che Mulatu si impone sulla scena internazionale. Dalle sue origini a oggi, la musica di Mulatu è sempre stata un crocevia di culture, attingendo alle espressioni più hot immaginabili: la ricchezza armonica del jazz, la propulsione ritmica africana, gli esotismi latini.

Mulatu Astatke ha iniziato a interessarsi alla musica dopo essersi trasferito a Londra per studiuare ingegneria; successivamente è stato il primo musicista africano a diplomarsi al Berklee College Of Music di Boston. Sul palco del Teatro delle Celebrazioni viene accompagnato da un batterista, un percussionista, un violoncello,  un contrabbasso e un pianoforte sullo sfondo, un sassofonista e un trombettista. Ogni brano è una sorpresa continua, che Mulatu Astatke introduce con voce garbata per spiegarne il contesto e le origini. La sua musica è un insieme di melodie africane riarrangiate, lunghe parti dedicate al vibrafono e temi portanti ripetuti di continuo con un andamento quasi ipnotico. 

Si ringraziano Daniele Cecchini e lo staff del Teatro delle Celebrazioni per la cortesia e professionalità.

Foto report di Anna Minguzzi. 

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