Il trio alternative rock norvegese Motorpycho fa tappa con il suo mini-tour italiano al TPO di Bologna. Dopo quasi una carriera trentennale la band ha appena fatto uscire un nuovo LP dal titolo Here Be Monsters. Dopo tutti questi anni il loro stile è unico ed è sempre attuale, tanto da riempire il locale bolognese.
Cresciuti musicalmente negli anni 80, la loro musica è prettamente strumentale con al suo interno riff interminabili e suoni hard rock psichedelici tipici degli anni 70, senza dimenticare il prog rock. Come ho già descritto le loro canzoni sembrano non finire mai, trasformando lo show in una grande avventura musicale.
Naturalmente partono con brani del nuovo disco Here Be Monsters con brani come Big Black Dog o Lacuna/Sunrise per poi poi suonare la maggior parte dei brani di tutta la loro carriera.
Il loro set è travolgente con Bent Saether bassista e chitarrista e Hans Magnus ‘Snah’ Ryan che fanno la voce grossa, con Bent sempre attivo sul sintonizzatore per aggiungere tutti gli effetti che hanno reso famosa la loro musica. Bisogna anche parlare del talento di Kenneth Kapstad che con la sua parte ritmica si intreccia perfettamente con i suoni degli altri due musicisti.
Molti brani sembrano noiosi e ripetitivi, ma quello che colpisce di questa band sono la profondità dei suoni che si mischiano perfettamente tra hard rock più duro a quello un po’ più soft. La band porta l’ascoltatore in un viaggio vorticoso che vede con il passare del tempo il pubblico non stancarsi, anzi non perde un secondo come se fosse ipnotizzato dalla musica che proviene dal palco. I classici della band degli anni 90 come Feedtime e Junior portano alla chiusura dello show.
Anche se con gli ultimi lavori la band sembra orientarsi a sperimentare molto con l’elettronica, le atmosfere prog-rock degli anni 70 che si respirano durante i loro concerti vale il prezzo del biglietto.
Si ringrazia Live Nation per l’invito
Foto e testo di Carlo Vergani
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