Me And That Man, la recensione del nuovo Songs of love and death

Gli amanti del black metal ormai lo sanno, quando si parla di Nergal e dei suoi Behemoth, si parla sempre di capolavori. Dopo l’incredibile The Satanist, il leader della black metal band, torna con un nuovo progetto: Me And That Man.

Il 24 marzo, per Cooking Vinyl, uscirà il disco Songs of love and death dove Nergal è accompagnato dal cantautore anglo-polacco John Porter. Dimenticatevi, testi di stampo satanico, chitarre dal “sound marcio” e potenti growl, in questo nuovo disco, del metal non c’è manco lontanamente traccia.
I Me And That Man, hanno pubblicato un disco fortemente influenzato dalla musica di Johny Cash e Nick Cave, dove il blues e il country di puro stampo americano sono gli assoluti protagonisti di un disco piacevole sin dal primo ascolto.
Il disco si apre sulle note di chitarra e armonica di My Church is Back, primo singolo del disco anticipato da un bel videoclip, dove si nota subito il talento di Nergal nel cantare in clean (è per i fans questa non è certo una novità: il leader dei Behemoth era stato anche vocal coach dell’edizione polacca di The Voice, cantando spesso in trasmissione brani storici del rock). I ritmi sono calzanti, e il disco decolla subito: nel secondo brano alla voce il protagonista è Porter.  La successiva On The Road è un brano che ricorda persino il Bruce Springsteen degli anni ’90, sia per le atmosfere, che per l’uso dei cori e alcuni passaggi vocali. E poi a seguire ecco la ballad Cross My Heart And Hope To Die, un bellissimo (forse il migliore episodio di questo esordio degli Me And that Man) brano malinconico, che ricorda tantissimo J. Cash .
Proseguendo con l’ascolto notevole Love & Death, il brano “più rock” di tutto il disco, dove la chitarra ha un ruolo da protagonista assoluto e i ritmi aumentano decisamente. One Day nei primi passaggi è il classico brano country che nell’immaginario del “american dream” si suona e ascolta seduti attorno ad un falò, matura poi in un brano con i cori gospel creando un sound tanto insolito quanto interessante. A chiudere le danze ci pensa Ain’t Much Loving un brano che riprende il mood dell’iniziale My Church is Back, una scelta azzardata, ma indovinata per chiudere questo viaggio tra polvere, blues, e country.
I Me And That Man, esordiscono quindi con un disco ottimo, un disco con nulla di nuovo musicalmente parlando, ma un disco intenso, ben prodotto, ben suonato e mai banale.
Songs of love e death è anche la conferma (l’ennesima) che tutto quello che tocca Nergal diventa d’oro, anche senza trucco in faccia.  
Assolutamente consigliato.

testo di Alberto Gandolfo 

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