Maurizio Abate
Standing Waters
Boring Machines/ Black Sweat Records
Maurizio Abate non stanca mail. Musicista autodidatta che pubblica da tempo in solitudine e con alte band (Jooklo Duo, Kawabata Makoto, Golden Cup, Ricky Biondetti e Ale de Zan, per dirne solo alcuni dei tanti), si riaffaccia sulla scena con un disco intimo e completo dal titolo “Standing Waters”. 43 minuti e poco più di pensieri espressi in modo esclusivamente strumentale che si annidano dietro una chitarra dagli accenti blues, ma che all’occorrenza si presta a dimensioni country e rilassatezze più vicine ad una forma psycho-folk.
Maurizio Abate conia così una forma quasi bucolica di musica ritmica cinematica e viaggiante, intrisa di quella saggezza popolare e mistica del ritmo che ha fatto la fortuna di altri interpreti odierni, Krano su tutti.
Basta prendere Nymphs scene per sentirsi dentro una bolla che rotola giù per un canyon, con le ritmiche riprese dopo un silenzio risolutore, mentre gli accordi passeggiano in mezzo alla nostalgia evocata da un bravo performer come Maurizio Abate. L’esplosione finale del pezzo in questione, cupa come nei migliori Bachi da Pietra, non vi lascerà poi comodi e pigri nell’ascolto, bensì sempre alla ricerca dell’animo di Maurizio.
“Standing Waters”, uscito in cd per Boring Machines e su LP per Black Sweat Records, diviene così un lavoro che si scopre piano piano, con gli arrangiamenti per violino e violoncello di Lucia Gasti che creano una forma canzone idilliaca e l’armonica dell’iniziale Odonata (Gipsy Rufina o anche il bravo olandese Joost Dijkema)che trasuda di libertà e sensualità.
La buona prova acustica di Abate si conferma poi in Standing Crumbling, crepuscolo sonoro di una forza espressiva che mette in risalto il fingerpicking dell’artista e la poesia del suo tocco, lentamente accompagnato da rintocchi di piano di un ritmo magico alla Federico Albanese.
Acolatate e comprate qui: https://boringmachines.bandcamp.com/album/maurizio-abate-standing-waters
Andrea Alesse