Luca Barbarossa accompagna il pubblico di Bologna in un viaggio nei ricordi

“Cento storie per cento canzoni”, il fortunato libro dell’artista romano Luca Barbarossa, diventa un tour teatrale, tra concerto e racconto.

Le canzoni ascoltate, cantate, suonate, raccontate: dopo aver conquistato il pubblico dei lettori con Cento storie per cento canzoni, giunto alla terza ristampa a un mese dalla pubblicazione per La Nave di Teseo, Luca Barbarossa porta il suo progetto in teatro.

Con lo spirito del cantastorie, in giro nei maggiori teatri d’Italia, Luca canta e suona dal vivo le canzoni protagoniste della sua opera letteraria e ne racconterà i retroscena, le curiosità che si nascondono dietro ognuna di esse, ma anche il contesto storico, legato a doppio filo con il nostro vissuto, quello che proviamo e ricordiamo attraverso ogni singola canzone.

La storia della canzone passa attraverso le trasformazioni della nostra società, le battaglie per i diritti civilile piccole grandi rivoluzioni del costume, i suoni delle diverse epoche, dal Risorgimento a oggi.

Nel libro come nella scaletta del concerto i pezzi sono quelli che hanno segnato la vita di Luca e la nostra, da Frank Sinatra a Vasco Rossi, da Lucio Battisti a Bob Dylan, dai Beatles a Paolo Conte, da Franco Battiato a Pino Daniele e il concerto è la condivisione di queste emozioni, di questi fotogrammi, di questi momenti.

Sul palco Luca Barbarossa è accompagnato da due musicisti e si presenta in modo molto semplice e spontaneo. Canta, in questa data inaugurale del suo tour teatrale, e alterna i brani a presentazioni e aneddoti di vario genere, legati al mondo della musica, dell’arte e dello sport. Prima di cantare “Bartali” ricorda come il grande ciclista toscano sia stato, oltre che un campione, anche una staffetta partigiana. “Vincent” di Don Mc Lean è preceduta da una panoramica sulla vita di Van Gogh, con un accento particolare sul dipinto Notte stellata, e così via. Un concerto fatto con toni garbati, all’insegna di ricordi ad ampio raggio e di buona musica che spazia attraverso i decenni.

Si ringrazia Marina Brancaccio e lo staff del Teatro Duse per la disponibilità e la cortesia.

Foto report di Anna Minguzzi. 

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