Venti anni fa li vidi per la prima volta. Ero un ragazzino imberbe che amava il levare e le sue meraviglie, al grido di Specials e Madness. In realtà, però, cercavo quella giusta commistione tra radici e ritmi, ed ecco allora che conobbi gli Skatalities. Un esempio musicale di suono e capacità, che si lega ad un divertimento che ho ritrovato ieri sera all’Alcatraz di Milano.
35 anni di ska, una delle poche feste in cui ancora si balla e ci si rilassa con le note di una musica unica e immortale, con gli Skatalities ancora in prima linea.
Una tradizione che non muore, e che si rilancia con cuore e ritmo al suono di beat giamaicano, collettività e amicizia.
Festa doveva essere e festa e stata, con l’apertura dei Matrioska che suggella the italian way of ska. Sulla scena anche loro da tempo, i ragazzi regalano attimi di “Bugie” (loro ultimo lavoro) e vecchi athem, sempre col vento in poppa e con la scanzonata verve che li contraddistingue.
L’original sound degli Skatalities arriva poi con un intro di quattro pezzi strumentali in cui si balla come nelle migliori serate, con quel colpo nel buio che solo lo ska regala. Dopodiché, ecco la regina, dal 1964 in sella al gruppo e unica sopravvissuta insieme al loro spirito. Doreen Shaffer è elegante e senza tempo, accompagnata da un violinista d’eccezione, Azemodo Audu.
Guns of Navarone fa scatenare tutti, mentre Rock fort Rock vede il tema dei foati che viene fatto cantare al pubblico, il tutto mentre l’ottantenne bassista suona da seduto e con uno stile inconfondibile. Il basso infatti e suonato con indice e pollice, quel pollice che solo i giamaicani usano per suonarci questo strumento.
Echi di Denis Brown e Peter Tosh, dietro un nuovo suono in cui gli Skatalities si sono internazionalizzati. Meno rocksteady e più dub ritmico, con fiati più raffinati e complessi, ma sempre in pompa magna.
E poi, il loro favoloso drumming. Quasi tutto sul cerchio e raramente sulla pelle del rullante, con alternanze tra battere e levare molto stile Carlton Barrett dei Wailers.
Mai domi gli Skatalities, lunga vita al loro suono. Dall’Alcatraz sino alla Giamaica.
Grazie a Via Audio.
Andrea Alesse