Mentre mi avvicinavo alla sala estense, mi ha chiamato mia madre chiedendomi per l’ennesima volta se stavo andando ad uno dei miei concerti rumorosi e la mia risposta è stata categorica: No mamma serata tranquilla.
Diciamo che le premesse erano queste, ma sapevo benissimo di andare a partecipare ad uno spettacolo degno del miglior Stephen O’Malley.
Lee Ranaldo per chi non lo sapesse è il chitarrista dei Sonic Youth, gruppo precursore di tutto quel movimento noise/alternative rock americano che poi ha portato alla nascita del grunge.
Sono sincero i Sonic Youth non li ho mai seguiti con molta attenzione, ma dopo aver visto dal vivo Thurston Moore 2 anni fa a Vasto, la mia attenzione verso questo gruppo è aumentata .
Il palco allestito nella sala estense stra-piena è molto minimal, un microfono e gli strumenti di lavoro di Ranaldo.
Il concerto comincia con la proiezione di 6 filmati:
- ragazzo che spacca violino dopo l’ennesimo rimprovero della sia maestra di musica
- Gleen Branca Live nel 1978
- Notebook – film dei Sonic Youth del 1991
- Gnarly time – film dei Sonic Youth del 2004
- Blind blink – carrellata di immagine con filtri instagram dei Sonic Youth
- Lee Ranaldo live nel 2016
Tutti questi filmati sono la premessa di cosa intende Ranaldo della musica.
La perfezione stilistica che ti insegnano al conservatorio non sempre è la via migliore per suonare uno strumento.
La musica è arte e necessita di estro e genialità per far si che ci si possa distinguere da tutti i burattini che imparano solo gli accordi semplici senza mai uscire dal proprio seminato.
Lee Ranaldo alla fine penso si impersoni in quel ragazzo che spacca il violino, perchè il suo modo di sperimentare musica è straordinario.
A lui gli basto una chitarra che sia elettrica o acustica, una pedaliera un arco da violino campane e bacchette da tamburi per tingere su tela le sue opere d’arte.
Inizia proprio con la sua chitarra elettrica e mille effetti che potrebbero essere rumorosi, ma che nascondono un sacco di tecnica e ricerca della perfezione stilistica.
Quando passa alla chitarra acustica, incomincia a cantare e suonare i suoi brani della sua carriera da solista, prediligendo i brani del disco Electric Trim del 2017.
Nonostante suoni con una chitarra acustica, questa parte dello spettacolo e tutto fuorchè acustico.
Gli innumerevoli effetti che ricrea con una semplice chitarra sono incredibili, sembra di assistere ad un concerto di una band, quando invece è solo un uomo con il suo strumento.
Il tempo corre veloce senza neanche accorgersi ed è arrivato il momento, dopo la chiusura con la sua chitarra elettrica di una breve intervista con il giornalista Filippo Mazzarella.
L’intervista è stata molto interessante, come le domande dal pubblico che non sono state per niente scontate.
Lee si stupisce che nessuno gli abbia chiesto dell’eventuale reunion del Sonic Youth dando appuntamento a tutti i suoi fans per una birra con foto e autografi dopo il concerto.
Bere una birra di fianco ad un mostro sacro come Lee Ranaldo è una cosa che non ti succede tutti i giorni.
Lee è una persona semplice e disponibile con tutti e fuori da ogni stereotipo di super star della musica e il concerto nella sua particolarità è stato interessante perchè fa vedere come la musica possa uscire dagli schemi risultando molto interessante.
Un ringraziamento particolare a Arci zone K di Ferrara per il gentile invito
Foto e testo di Carlo Vergani
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