Spettacolo, regia di Maurizio Colombi e Stefano Salvati
Si tratta di una biografia musicale di Mauro Repetto che, finalmente, ritorna sulle scene e lo fa raccontando una fiaba, quella degli 883 che Mauro nel 1988 fonda insieme a Max Pezzali.
Scrive con lui tutti i pezzi di maggior successo, pietre miliari della musica italiana.
Inizialmente è Mauro il cantante-leader, ma, per una serie di concause, si esprime unicamente con una danza surreale alle spalle di Max perché così piace al loro manager Claudio Cecchetto.
All’apice del successo, Mauro si ribella, per seguire la donna dei suoi sogni – che nello spettacolo è rappresentata da una musa che invece di essere ispiratrice, sarà distruttrice – e scompare come per magia fino ad oggi
Il successo degli 883 per anni si chiama Pezzali, ma i fans degli 883 continuano a sperare nel ritorno di Mauro. Repetto rimane un ricordo nell’immaginario collettivo del pubblico di quegli anni come quel folletto che saltava nei video indimenticabili di “Nord sud ovest est”, “Hanno ucciso l’uomo ragno”, “Sei un mito” e “Come mai”. Eppure, quelle canzoni le ha scritte lui, le ha plasmate, le ha vissute.
Nessuno sa veramente chi è Mauro Repetto ma dietro di lui si nasconde un mondo affascinante: il mondo di un sognatore romantico a caccia di nuovi sogni. Oggi Mauro non è più il biondino che saltava a destra e sinistra, non rinnega il passato ma canta finalmente le sue canzoni, le canzoni degli 883. Racconta la sua fuga dall’Italia, il suo incontro con l’Uomo Ragno e il segreto nascosto nei sogni.
“Sono davvero felice di portare a Crema questo spettacolo – dichiara Mauro Repetto – in cui due ragazzi (io e Max Pezzali) di periferia (Pavia), cercano di proporre la propria musica a Milano (definita l’impero). Un po’ come Jon Bon Jovi che, dal New Jersey, cercava di affermarsi a New York. Le scene sono ambientate nel Medioevo, io e Max veniamo dipinti come due poveri menestrelli alla ricerca del successo. Obiettivo primario è essere autoironici e molto leggeri, cercare di far ridere il pubblico. Ma anche parlare di questo grande sogno, di questa grande voglia di fare musica che volevamo raggiungere e che, a tratti, è stato un violento boomerang, ma che poi si è realizzato e addirittura, dalla periferia, abbiamo raggiunto e superato il cosiddetto impero!”.
Insieme a Mauro Repetto sul palco ci saranno: Marco Guarnerio, chitarrista, arrangiatore e produttore di tutti i successi degli 883; Angelon Célie, una cantante soul, Mezzo Soprano, e l’Uomo Ragno nella versione dark, molto istintivo, quasi umano e poco super eroe, che lo ascolta e lo tormenta, attraverso una fiaba surreale e autobiografica.
Lo spettacolo, musicale e a tratti comico, raccoglie molti dei brani e dei videoclip di grande successo degli 883 (ideati e diretti dal regista Stefano Salvati).
“Più di una generazione è cresciuta con le canzoni degli 883, capaci di leggere e raccontare la vita di provincia con i sogni, le frustrazioni, le gioie e i dolori di tantissimi giovani. – dichiara l’Assessore alla Cultura del Comune di Crema Giorgio Cardile – Alla ricerca dell’uomo ragno è dunque uno spettacolo dedicato soprattutto a loro ma in generale a tutti coloro i quali non hanno mai smesso di cercarlo e di credere che nessuno potesse ucciderlo. Grazie, dunque, alla Fondazione San Domenico che permette di portare in scena un importante momento di musica e teatro”.
La leggerezza dei brani degli 883 farà da contorno alla pièce teatrale, ma non solo: “Con Célie canteremo anche canzoni evergreen come “New York New York” di Frank Sinatra. – continua Repetto – Portare a teatro questo spettacolo è per me un grande spunto di riflessione, perché il teatro viene ritenuto spesso arcano e poetico, lontano da una pièce come questa e invece, è un mezzo affascinante e semplice per arrivare al pubblico.”.
La pensa allo stesso modo il Presidente della Fondazione San Domenico, Giuseppe Strada: “Il teatro sta diventando un punto di riferimento per la musica e per le generazioni di tutte le età che vogliono fare musica – spiega – abbiamo registrato il tutto esaurito per Gio Evan, traguardo che stiamo raggiungendo anche per Michele Zarrillo e se pensiamo anche a tutti i giovani coinvolti nel progetto Musiche in abside che presenteremo a breve, è una prova di come il teatro venga considerato un prezioso contenitore di arte in tutte le sue sfaccettature”.
Nello spettacolo, la scena, disegnata da Morris Dovès, si compone di tre grandi cornici prospettiche all’interno delle quali sono proiettati i personaggi con i quali Mauro interagisce in diretta. Gli schermi all’interno delle cornici si animano e danno vita, come per magia, ai personaggi reali.
Con l’uso dell’intelligenza artificiale, Mauro parla con sé stesso all’età di 20 anni, con il suo amico Max Pezzali di oggi e di molti anni prima. I protagonisti della sua vita reale, come Jovanotti, DJ Franchino, Brad Pitt, Stefano Salvati e altri, diventano i personaggi fantastici di una fiaba ambientata in un tempo remoto, nel “Ticinum”, alla corte del “Duca Cecchetto”, tra folletti e cantastorie.
Ringraziamo Roberta Ruffoni e Laura di Santo del Teatro San Domenico di Crema
Foto a cura di Stefanino Benni