Elephantides, un duo ecelettico e sperimentale, che abbiamo conosciuto col loro video World, e che ci ha impressionato, in maniera positiva s’intende.
Accumunati dall’idea di dar vita a sonorità elettroniche e acustiche, i ragazzi sono decisi e avangaurdisti.
Ecco perchè li abbiamo intervistati per farli conoscere meglio.
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Un progetto curioso nato dall’incontro tra musiche, matematica e jazz. Parlateci della vostra speciale caratterizzazione musicale
Inizia tutto da idee spontanee e improvvisazioni che con il passare dei mesi collezioniamo e elaboriamo fino a dargli strutture molto complesse. Le sessions di improvvisazione sono sempre piene di cambi metrici, contaminazioni classiche e jazzistiche.
Ci siamo trovati d’accordo nel voler concentrarci insieme su queste tematiche , a tal punto da farne il punto cardine del progetto: la modulazione metrica.
I nostri brani sono così pieni di “cambi di tempo” tutt’altro che casuali. Utilizziamo la Matematica per tradurre e comprendere meglio la musica che facciamo nelle sessioni iniziali ed è un mezzo per codificare ed essere consapevoli di ciò che accade quando scriviamo, componiamo e quindi strutturiamo la spontaneità.
Ho letto che la vostra sperimentazione vi porta alla continua ricerca di un genere. Ma siamo sicuri che ce ne sia bisogno, in quest’ epoca di incasellamenti e copia e incolla musicali?
Ci troviamo a sperimentare su un aspetto completamente nuovo. La nostra non è un ossessione nell’essere codificati in un genere da catalogare ma siamo su una strada non ancora battuta nella musica contemporanea.
Ci sono influenze precise nella composizione della vostra musica, piena di cambi di ritmo?
Sono indubbiamente molte le influenze che ci hanno portato ad essere amanti sperimentatori dei cambi e delle modulazioni metriche.
Nella musica classica indubbiamente Stravinsky.
Nel Jazz i dischi dello storico quintetto di Miles Davis come Seven Steps To Heaven, The Complete Live at the Plugged Nickel 1965 o dischi come My Point of View, Maiden Voyage, Head Hunters di Herbie Handcock.
In questi album con musicisti pazzeschi come Shorter, Tony Williams, Ron Carter, Paul Jackson ecc ci sono molti frammenti con cambi di metrica legate ai soli nelle improvvisazioni, quello che noi facciamo diventare parte della struttura.
Quali sono, nello specifico, i programmi del vostro progetto, dopo l’uscita del video di World?
In questo periodo siamo molto concentrati sull’uscita del prossimo singolo/video prevista per i primi di Luglio.
Abbiamo poi delle collaborazioni aperte con artisti della scena elettronica Italiana che stimiamo molto da racchiudere a Settembre all’interno di FLOATING TEMPO ovvero il nostro disco d’esordio.
Per il resto, siamo da poco entrati ufficialmente nel Roster di Panico Concerti che sta pianificando un tour in giro per L’estero e l’Italia.
Suonerete in qualche festival o avete in programma dei live questa estate?
Date annunciabili per quanto riguarda i festival sono: il 29 giugno a Finale Emilia per la Festa del Ringraziamento, il 24 Agosto al Disorder Festival a Eboli e il 25 al Chiù festival a Terlizzi.
Andrea Alesse