intervista a Vanessa Peters

Sono passati quasi tre anni dall’uscita di “Modern Age” e ora Vanessa Peters è tornata con questo suo dodicesimo LP, realizzato da Idol Records / Goodfellas.

Questa nuova fatica della songwriter originaria del Texas, già attiva da oltre venti anni sulla scena musicale, è stata registrata all’Electrofonic di Dallas e prodotta da Joe Reyes, già vincitore di Grammy Award, insieme al batterista della sua band (nonché suo marito) Rip Rowan, che si è anche occupato del mixing.

Spesso residente in quel di Lucca, la statunitense si fa aiutare ormai già da tempo da una band composta per tre quarti da musicisti italiani (oltre a Rip ne fanno parte Federico Ciancabilla alla chitarra, Matteo Patrone al piano e alle tastiere e Andrea Colicchia al basso) ed è stata anche la primissima artista internazionale a esibirsi nel nostro paese nell’estate del 2020 dopo i mesi di totale stop a causa della pandemia.

 

Vanessa ci ha concesso un’intervista che potete leggere qui sotto:

 

Ciao Vanessa e Benvenuta su The front row.

Negli anni abbiamo avuto l’onore di poterti fotografare in diverse situazioni, ma in questo caso vorremmo fare una breve chiacchierata insieme per parlare del passato, del presente e del futuro.

Sei arrivata al tuo 12esimo disco Flying On Instruments, parlaci brevemente di come è nato.

Il disco è nato in parte perché avevamo ancora i pezzi registrati come demo prima di Modern edge, ma poi quando siamo andati a fare le collaborazioni lì ci siamo resi conto che alcuni brani erano un pò troppo folk. Erano però adatte per un album non così rock come come Modern Age e quindi l’abbiamo messi da parte, tra cui c’era anche uno dei singoli ovvero Better

Pinball Heart e Better hanno anticipato l’uscita del tuo disco e in una recente intervista parli del coraggio di osare. Cosa intendi?

E’ stata per me anche una sfida, cioè di lavorare con la mente aperta alla possibilità che i pezzi potessero evolversi molto nello studio.

In definitiva il coraggio di provare cose nuove senza aver paura delle conseguenze, che è un è un tema che si trova forse più in Pinball Heart e Better.

Ho letto diverse recensioni che parlano di una Vanessa che è tornata al suo vecchio amore ovvero il Folk, ma io penso che tu non l’abbia mai lasciato. E’ vero?

Sono delle etichette che mi stanno anche un pò antipatiche, perché io non mi sono mai considerato folk.

Per me  un cantautore folk è Johnny Cash, Bob Dylan negli anni 60, cioè io sono sempre stata comunque un cantatrice in stile anni 70 più cioè con una mentalità POP, perché comunque mi piacciono le melodie

Se devo trovare delle differenze con gli ultimi dischi, forse ho trovato una Vanessa più introspettiva nei testi. Il crescere porta a guardare più dentro rispetto al Mondo che ci circonda. Cosa ne pensi?

Sì, in questo disco qui sono più introspettiva, nel senso che spesso nel passato magari ero introspettiva, ma cercavo di mascherare la mia voce, e invece qui sono proprio io io che parlo. 

Il mondo che ci circonda, non è non è per niente piacevole in questo periodo

Con questi testi ho cercato di mettere più cose di me stessa senza preoccuparmi di quello che c’era fuori

Da fotografo ho apprezzato la copertina del disco. La foto so che l’ha scattata tuo marito Rip. Cosa rappresenta questa immagine e soprattutto dove vuole volare Vanessa.

Il 2022 per me è stato molto importante perché abbiamo deciso di vendere la casa nel Texas per trasferirci in Italia. Quindi la foto rappresenta un po’ questo passaggio

Sei sempre on the road tra Italia, Texas e l’Europa, ma prima o poi troverai una vera meta o sarai sempre in viaggio per tutta la vita come si vede dalla copertina del disco?

In realtà negli ultimi anni non ero quasi mai on the road, purtroppo è dovuto al Covid. 

Non è che sarò sempre in viaggio per tutta la vita, anzi, sono anni ormai che viaggio molto meno di prima, soprattutto da quando abbiamo comprato casa in Italia.

 Chi ti ha spronato a diventare musicista?

Nessuno mi ha spronato a diventare musicista, anzi credo che sia stata una sorpresa un po’ per tutti, essendo una persona che aveva anche paura di andare sul palco.  

Cantare è sempre stata una passione e quindi quando ho deciso di comprare una chitarra un po’ così. 

Per un periodo quella custodia è stata chiusa, ma una volta aperta non l’ho richiusa più.

 A chi ti sei ispirata?

Forse Aimee Mann.

Avrei voluto avere una carriera come la sua suonare nei palchi piccoli e non negli stadi

 Che esercizi fai per migliorare la tua tecnica?

Non lo faccio, non essendo una persona che si considera una musicista.

Sono una persona appassionata di musica, ma non mi metto mai a fare scale vocali o sulla chitarra, a me piace scrivere e cantare.

Non ho né tempo, ma nemmeno voglia di fare questi esercizi.

Fare questi esercizi mi toglierebbe la gioia di fare quello che faccio.

Sei nervosa o fiduciosa prima di esibirti?

No

 Ci sono canzoni in cui hai dovuto modificare dal vivo?

No

Hai mai avuto incidenti duranti i concerti o in sala di registrazione?

Incidenti no, per fortuna.    

ricordi una performance in cui ti sei sorpresa della tua bravura artistica?

Ogni tanto mi capita che mi sento particolarmente legata al pubblico che ascolta e mi rendo conto quando finisco il pezzo che loro l’hanno apprezzato molto, perché cioè perché capisci dal feedback.

hai una tua canzone che ti rende particolarmente orgogliosa? Ascolti con piacere la tua musica?

 A Good Judge, sia con la band che da sola, è sempre un pazzo che che al pubblico sembra di apprezzare molto. E anche Fight. E devo sì, devo ammettere che quando faccio quei pezzi li leggo. Sento la risposta dal pubblico, sono sempre molto felice perché mi rendo conto di aver scritto un pezzo che magari toccare.  Il cuore di altre persone e questo

 sì, sono sempre felice di ascoltare gli album. Anzi spesso ascolto quelli di 5 10 anni fa

cosa è cambiato il tuo stile musicale da quando hai iniziato ad oggi?

All’inizio suonavo parecchio più fingerpicking, tipo arpeggi, perché suonavo sempre da sola. 

Non so per quale motivo, ma ho iniziato a suonare così.

Adesso non lo faccio quasi mai, perché con tutta la Band è un pò più difficile.

se potessi duettare con un cantante vivo o morto chi sarebbe?

Elliot Smith

Billy Joel

quali sono i tuoi cinque cantanti preferiti in assoluto?

Ce ne sono diversi, ma il cantante che mi ha ispirato di più è senza dubbio è stato josh rider.

L’ho ascoltato per tanto tempo, per poi perderlo di vista.

La sua musica è cambiata negli anni, ma il suo cantautorato mi ha aiutato nel periodo in cui stato imparando a scrivere la mia musica

 

Un ringraziamento a Bagana Agency

Intervista di Carlo Vergani

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