INTERVISTA A CLARA MORONI

E’ da pochissimi giorni che Clara Moroni è finalmente tornata sulla scena rock italiana con la sua band, The Black Cars, al Legend Club di Milano e noi ne abbiamo approfittato per fare una bella chiacchierata con lei

 

1 – Buongiorno Clara! Intanto grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo e benvenuta su The Front Row.

Per iniziare abbiamo pensato di tornare indietro a quando hai cominciato a fare musica, praticamente giovanissima, e a quando a 15 anni sei volata a Londra proprio per inseguire questa tua passione.

Quali erano le tue influenze al tempo e quanto quel periodo ti è servito per allargare i tuoi orizzonti musicali? Hai anche conosciuto Glen Matlock – bassista dei Sex Pistols, una delle tue band preferite – che effetto ha fatto?

– premetto che mi piace tutta la musica. Ma quel tempo e a quell’eta’ per me c’era solo il Punk e tutti i suoi derivati e le sue evoluzioni. Amavo tutti i gruppi Punk, in special modo I Sex Pistols e la mia musa era Siouxsie & The Banshees. Ma c’erano gruppi affascinanti come i Bauhaus che mi facevano impazzire. Una sera ero al Marquee Club a vedere i Lords of the new church, una superband e c’era anche Matlock nel pubblico, il locale e’ piccolo. mi avvicinai e con una scusa iniziai a parlargli. Ero emozionatissima. Lui, tranquillo. Lo riconoscevano tutti, ma non c’era divismo tra i Punk.

 

2 – Ti sei esibita su palchi di tutto il mondo: Giappone, USA, Italia, fino a cantare davanti a 30.000 persone a Città del Messico; c’è un palco che ti è rimasto nel cuore? E un pubblico che non dimenticherai mai?

– Beh, ovviamente il Modena Park. Per dimensioni e storia. Ma esibirsi all’estero e’ sempre bello. Senti emozioni diverse. Reazioni diverse. 

 

3 – Dopo 22 anni da Vocalist di Vasco nel 2018 hai aperto per alcuni suoi concerti, cosa hai provato? Lui ti ha incoraggiata nella tua carriera da solista? E c’è una canzone in particolare che senti più tua e di cui incideresti una cover?

– Mi sono stupita perché mi sono resa conto che, dopo aver fatto la mia esibizione, guardavo il concerto di Vasco Rossi. Non li avevo mai visti i concerti di Vasco Rossi da sottopalco, avendoli sempre fatti sopra il palco. Questo e’ stato insolito. Non abbiamo mai parlato della mia carriera solista, avrei dovuto e potuto, ma non sono il tipo. No, non c’e’ una canzone sopra le altre, me ne piacciono molte, un giorno magari farò una versione mia di una di queste.

 

4 – In “Bambina brava” hai inciso “1000 notti” con Don Joe dei Club Dogo, in un’unione tra rock e rap.

Anche nella cover “Running up that hill” ft Elektrobot, sia a livello di base che per come l’hai interpretata lei c’è un bel mix a livello di genere musicale grazie proprio alla base. Cosa ne pensi delle contaminazioni tra generi? C’è un rapper e, più in generale, un artista con cui ti piacerebbe collaborare oggi?

– io adoro il crossover, le commistioni. Non mi piace essere troppo aderente ad un genere. Mi sentirei in gabbia. Non saprei con chi collaborare oggi. Poi, italiano o straniero? Italiano, rapper, Fabri Fibra. Stranieri, non saprei. Non ci ho mai pensato. Alcuni sono morti.

 

5 – Hai una casa discografica tua, la Delta Music Industry che ti ha dato parecchie soddisfazioni. Cosa cerchi nei potenziali nuovi artisti?

– Facciamo musica dance con un occhio allo Speed per i Videogames, per i mercati Internazionali.

Quello che cerco sono cantanti con altissime performance vocali in Inglese e produttori versatili e creativi. Fuori dall’italia, il mercato si muove in maniera completamente diversa. 

 

6 – Hai scritto un intero album in inglese: Ten Worlds, cosa cambia a livello di processo creativo e musicalità tra lo scrivere in italiano e farlo in inglese? In quale lingua preferisci scrivere?

– Al momento preferisco scrivere in Italiano. E’ indubbio che cantare in inlgese offre piu’ possibilita’ sia per la performance che per la vastita’ di pubblico. Ma ora ho delle cose da dire in italiano, agli italiani e voglio farmi capire.

 

7 – In base alla tua esperienza, è più difficile per una donna farsi largo nel mondo della musica rock? Pensi che ad oggi ci siano più pari opportunità rispetto al passato? Tra l’altro quando canti in inglese trovo diverse somiglianze con P!nk, di cui hai fatto una cover di Who Knew ma anche qualcosa dei The Pretty Reckless anche se loro sono più tendenti all’hard rock; ti ci ritrovi un po’ nella voce di Taylor Momsen?

– Mi hai fatto un gran complimento! Amo sia Pink che la Momsen. In Italia per una donna e’ difficile farsi largo ovunque se hai le idee chiare, il tuo repertorio e non accetti di fare pezzi ridicoli per ipotetici tormentoni estivi o sanremesi. Ma io me ne frego. Ho la pelle dura. Sono stata al fronte tutta la mia vita. Sono una combattente. Per quello mi hanno sempre presa seriamente e non sono mai incappata in situazioni disdicevoli. 

 

8 – Hai incontrato star internazionali come Prince e Stevie Wonder, chi ti ha ispirata di più? C’è una conversazione o un incontro in particolare che ricorderai per sempre?

– Sicuramente Prince. ma Stevie Wonder e’ come Buddha, brilla d’una luce divina. La sua voce muove l’aria che hai intorno. Ho degli aneddoti ma scriverò un libro e li tengo per quello, sorry.

 

9 – Sei tornata a fare musica dopo tre anni di stop in cui ti sei concentrata sulla tua famiglia, cosa ti ha spinta a tornare sul palco? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

– Ho fatto musica e live tutta la vita. Non si riesce a stare lontano a lungo. I miei progetti sono, finire il nuovo album, fare concerti, scrivere un libro, occuparmi di animali e ambiente. E poi, non trascurare il maritino!

 

10 – Quanto conta per te la tua immagine? Gestisci i tuoi social in autonomia? Cosa ne pensi in generale dei social come vetrina per gli artisti?

Possono essere uno strumento per i giovani di oggi per scoprire nuova musica e nuovi generi?

– Ho iniziato a usare i Social quando qui in Italia non c’erano nemmeno, perché vivevo a San Francisco. All’inizio erano una figata. Ricordo con nostalgia Myspace, mi spiace non ci sia piu’, era proprio un canale giusto per musica ed arte in generale. Ora i Social possono essere come una forchetta, utile per mangiare ma se te la pianto negli occhi ti acceco. Facebook e’ arrivato a livelli di degrado inimmaginabili. Dire che fanno informazione e’ un parolone. Fanno intrattenimento e possono essere altamente disinformativi. Ma non ci si puo’ sottrarre. Tra tutti preferisco Instagram e TikTok. X lo tengo perche’ ho quasi 5000 followers, soprattutto stranieri, ma fosse per me manderei a fanculo Elon Musk in un nanosecondo.

 

11 – Sei attivista per gli animali, vuoi raccontarci di questo tuo impegno e quanto conta per te?

– e’ la mia fonte primaria di dolore, rabbia e tristezza. ma non mollo. Le cose devono cambiare. Gli animali non sono nostri. Ho anche cambiato il mio modo di parlare. Ci vuole una riforma! Un uomo pessimo, non e’ un animale, e’ un uomo pessimo. Non dico nemmeno porco cane, avendone 3. Gli Animali sono visti come oggetti, nostri, da sfruttare, che non hanno anima. Invece sono esseri viventi, sensibili ed emotivi che vengono trucidati quotidianamente in un Olocausto senza fine da 7 miliardi di esemplari trucidati ogni giorno. Le condizioni in cui vengono tenuti. Sono per la chiusura degli Allevamenti Intensivi. Sono vegana. Toglierei l’assistenza sanitaria a chi mangia carne, soprattutto quella scadente e velenosa che si trova a poco prezzo nei Discount. In più questo sistema e’ una delle origini dei cambiamenti climatici e fonte di epidemie e malattie di tutti i generi.

 

12 – Sappiamo che hai gusti british che comprendono Oasis e Killers, cosa ne pensi della recente reunion degli Oasis?

– Business is business. 

 

13 – Passando nello specifico alla tua musica; “Spiriti” e “Chi ha paura di chi” sono due album stilisticamente differenti, vuoi raccontarci i punti comuni e le differenze? Qual è la visione creativa, stilistica e musicale che li contraddistingue? In “Spiriti” può essere che tu ti sia messa a nudo di più, come se ci mostrassi in ogni brano un lato di te stessa?

– Cia ha paura di chi era piu’ Pop. Con Spiriti, Elmi mi ha voluto spingere su sonorita’ piu’ metal. E’ stata una delle cause del nostro divorzio artistico. Io amo il crossover e volevo cose più sofisticate. ma ci sono dei pezzi bellissimi in Spiriti. Di sicuro parlo piu’ di me e di quello che vivevo ai tempi.

 

14 – “Notiziario” invece parla di un incidente mortale raccontato al TG e sembra quasi una lettera d’addio ad un amico. Anche la base è più delicata rispetto alle altre tracce, era davvero una lettera d’addio a qualcuno?

– mio padre e’ morto a tre giorni dall’uscita del primo disco, Chi ha paura di chi, in un incidente d’auto. Forse ho traslato il mio dolore nel dolore di tanti altri. Ho avuto piu’ amici morti in moto o gravemente feriti in moto. La sconsiglio a chiunque.

 

15 – Per esempio: “Mamma”: quanto è personale il testo? Tua mamma e in generale la tua famiglia hanno sempre appoggiato il tuo sogno e le tue ambizioni nel mondo della musica? Ascoltando “Io la pecora nera che se ne frega di te”, la canzone dà l’idea di un amore soffocante ma sembra fare emergere del senso di colpa da parte di chi scrive. Può essere una lettura coerente?

– Quello era un testo scherzoso per descrivere il rapporto orribile che avevo con mia madre. Nel testo certe cose sono descritte anche ironicamente, ma nella realta’ era un inferno. Pero’ devo dirle grazie. La mia arte artistica viene da lei e se non fosse stata quella che era, non avrei preferito stare per la strada piuttosto che i casa ed ora forse sarei un medico (volevo fare medicina). Quindi, anche l’inferno, se usato bene, porta benefici. Pero’ bisogna bruciare per davvero, se no, non vale!
 
 
Grazie mille Clara, è stato un piacere averti come nostra ospite e speriamo di rivederti presto sottopalco!
 
 
Intervista a cura di Alessia Barra. Foto di Luca Iacono
 
 
 
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