Dopo ventotto anni di attività rigorosamente DIY, i Deerhoof, stravagante e inimitabile band indie-rock statunitense di San Francisco, pubblicano “Miracle-Level”, il primo album in studio della loro carriera, interamente cantato in giapponese, uscito il 31 marzo su Joyful Noise Recordings.
È stato registrato negli studi di Mike Bradavski e si propone come un manifesto mistico sulla creatività e la fiducia, oltre che come una risposta critica all’inganno di un certo tipo di industry. Il ‘miracolo’ infatti, si riferisce proprio all’ideale di un mondo libero dai condizionamenti espliciti ed impliciti della politica e dei mass-media.
Anche la scelta di utilizzare il giapponese, lingua madre della cantante e bassista Satomi Matsuzaki, segue questa scelta di emancipazione anche dal linguaggio imposto dalla globalizzazione e che affonda le sue radici nel colonialismo.
Il risultato è un album per molti versi inedito ma che stilisticamente conserva la libertà compositiva che ha sempre caratterizzato la band e che ne ha fatto un culto per i fan.
Per provare a dare una definizione dell’estetica musicale dei Deerhoof, cosa tutt’altro che facile, forse la soluzione migliore sarebbe citare il nome della loro attuale etichetta: Joyful Noise.
Tanto rumorosi quanto euforici e melodici, eclettici per vocazione, con un approccio libero a mondi sonori apparentemente distanti ma grazie a una creatività combinatoria fuori dal comune il risultato è spesso e volentieri un magico equilibrio tra esperimenti avant rock/noise e irresistibili ritornelli pop.
Da quasi trent’anni Satomi Matsuzaki e soci rivoltano e riscrivono l’immaginario indie disco dopo disco, come se ci fosse un buco nero che ogni volta li inghiotte per poi riapparire in una veste differente. O forse è sempre la stessa band, colma di colori musicali e sana follia, solo proveniente da una San Francisco diversa, da una dimensione parallela.
Ulteriore conferma ce la dà “Miracle- Level”, diciannovesimo album in carriera uscito lo scorso anno che, oltre a essere ispirato e spassoso, già di partenza presenta due novità assolute: è il primo album interamente cantato in giapponese e registrato in un vero studio anziché nei consueti spazi ad hoc scelti dalla band.
Il mini tour italiano li ha visti suonare lunedì a Milano e ieri a Bologna.
Chiuderanno il tour a Roma giovedì.
Un ringraziamento particolare allo staff del Locomotiv club di Bologna e di DNA concerti
Foto di Carlo Vergani