Spetta agli statunitensi Lambchop chiudere il sipario della XVII edizione del Barezzi Festival e lo fanno sul palco del Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, con un unica data nazionale, lasciando il pubblico esterrefatto.
Quella appena trascorsa è stata una settimana musicalmente intensa, quella in cui i motori del Barezzi Festival hanno lavorato a pieno regime a Parma e dintorni.
Sembra ormai lontanissima la data di anteprima festival a Reggio Emilia con i Calexico, mentre ho ancora molto vive le immagini dei The Jesus and Mary Chain o Blondredhead (alcuni tra i tanti ospiti di questa edizione).
La domenica non è mai un giorno semplice per decidere di impegnarlo in un concerto fuori porta, il lunedì è dietro l’angolo e con lui tutta la settimana lavorativa seguente, ma si parte, vince la musica.
Incontro compagni di concerti e si parte, direzione Busseto, cittadina in provincia di Parma, che comprende la località di Roncole Verdi, celebre per aver dato i natali al compositore Giuseppe Verdi.
Ed è proprio il Teatro Giuseppe Verdi, piccolo gioiello di architettura, risalente alla seconda metà dell’800, il luogo in cui siamo diretti.
L’antica pavimentazione in legno ci accoglie scricchiolante, vien voglia di infilare un paio di pantofole e di camminare in punta di piedi fino alle sedute in legno, imbottite di velluto rosso.
I Lambchop sono un collettivo di musicisti che ruotano attorno alla figura di Kurt Wagner.
Il gruppo si forma a Nashville nel 1986 sulle ceneri dei Posterchild ed era composto da Wagner, dal chitarrista Jim Watkins e Marc Trovillion al basso.
Con il passare degli anni le collaborazioni aumentano e i Lambchop si plasmano a seconda del progetto o delle necessità artistiche del momento, ogni concerto è una sorpresa artistica.
Sul palco del Teatro Verdi, la scenografia è nera, illuminata da due semplici coni di luce; si intravedono un pianoforte e l’asta di un microfono: accompagnato dal un superlativo Andrew Broder piano e voce, Kurt Wagner ha avuto il lieto compito di ipnotizzare l’intero pubblico per quello che si rivelato un concerto intimo e intenso.
Il primo a fare il suo ingresso sul palco è Broder al piano, con note delicate e il fruscio delle pagine dello spartito, arriva Wagner, con cappellino “Co-op Horse Feeds” sulla testa, con le mani in movimento, con le dita impegnate a danzare nell’aria. Teatrale, leggero, incanta con la voce roca di chi fuma molto, voce che si fa suadente, graffia e ti accarezza, è profonda, ti scava dentro. Da pelle d’oca!
I primi 3 brani scorrono fluidi e intensi senza alcuna interruzione. Le poche pause della serata sono per raggiungere il tavolino per un sorso d’acqua.
I brani sono tratti dall’ultimo lavoro The Bible, uscito nel 2022, un racconto personale e intimista che in quanto tale esprime la sacralità del proprio vissuto.
In The Bible ha collaborato l’amico e collega Bon Iver.
Finisce il concerto e Wagner affrettandosi nel saluti, esce dal palco, sfilando dalla giacca una sigaretta, mentre noi siamo ancora li, a bocca aperta, increduli dello spettacolo a cui abbiamo assistito.
Grazie Lambchop, grazie per cosi tanta bellezza.
Si ringrazia GDG PRESS per il gentile invito e lo staff del Barezzi Festival.
Live Report Na/Ste
Foto per gentile concessione di Rudy Filippini