La seconda data italiana dei Brutus al Monk di Roma

La seconda data italiana dei Brutus li vede sul palco del Monk di Roma.

Qui sotto riportiamo il comunicato stampa dei Barley Arts:

La band post-hardcore belga Brutus presenterà in Italia l’ultimo lavoro Unison Life, uscito lo scorso anno, in tre imperdibili occasioni: sabato 21 ottobre 2023 al Colorificio Kroen di Verona, domenica 22 ottobre al MONK di Roma e lunedì 23 ottobre al Legend Club di Milano. I biglietti per i concerti sono già disponibili su Do It Yourself Ticket (Verona), Dice(Roma), Ticketone e Ticketmaster (Milano); per accedere al concerto veronese oltre al biglietto sarà necessaria la tessera AICS.

Dalla loro formazione nel 2014, i Brutus si sono fatti un nome con il loro rock irrequieto ed emotivamente crudo che attraversa il panorama del metal, punk e post-hardcore, spesso nella stessa canzone. I tre membri si sono incontrati per la prima volta nella loro città natale di Leuven, dove si sono fatti le ossa suonando in diverse band locali. Le loro influenze sono ampie e varie. La batterista/cantante Stefanie Mannaerts, cresciuta sopra un negozio di musica gestito dalla sua famiglia, ama una varietà di generi, dal post-metal alla musica elettronica. Il bassista Peter Muldersè più punk, mentre il chitarrista Stijn Vanhoegaerden ama il country e il rock più melodico. I loro diversi gusti si uniscono nei Brutus per creare un suono tanto pesante quanto inaspettato, pieno di bellezza e sorprese.

A partire dall’album di debutto del 2017 Burst passando per Nest del 2019 e arrivando alla pubblicazione durante la pandemia di un album live registrato alla Handelsbeurs Concert Hall nella loro città natale, i Brutus sono saliti di livello ad ogni nuovo lavoro. Tuttavia, fino all’ultima uscita a Unison Life non avevano avuto il tempo per riflettere sulle loro evoluzioni future. «Volevo che ogni canzone sembrasse l’ultima che avremmo mai scritto», spiega Mannaerts. «Mi ha ucciso dentro perché è uno standard incredibilmente alto, ma era il mio obiettivo personale per questo album. È stata una ricerca di due anni per cercare di fare meglio e sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo fatto insieme.»

La band ha lavorato a Unison Life per un anno e mezzo, anche se la maggior parte del tempo l’ha passata in giro. Quando non era bloccato a casa per la quarantena, il trio si rintanava nella sua sala prove a Gent, sfruttando al massimo il tempo libero concesso dalla pandemia per sperimentare, scambiarsi influenze, parlare e cucinare insieme. Tra una sessione di scrittura e l’altra, hanno setacciato siti web di oggetti di seconda mano alla ricerca di cose diverse – molti amplificatori, chitarre, bassi, un sintetizzatore per basso, effetti a pedale, persino alcune campane tubolare – con cui suonare. Il risultato è un album di estremi. Le parti pesanti sono ancora più pesanti di prima e i momenti delicati sono più melodici che mai.

 

I ringraziamenti a Marika P. Lerario del Monk.

Le fotografie sono di Giulio Paravani.

 

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