Il “Flop” tour di Salmo va momentaneamente in stand-by, in attesa della ripresa estiva. Venerdì 24 marzo è stato il Pala Alpitour di Torino ad ospitare l’ultima data “invernale”. Si tratta della seconda del rapper sardo nella capitale cisalpina, dopo il sold out dello scorso dicembre.
Il grande impianto, progettato da Isozaki, presenta alcuni settori vuoti, per ciò che concerne le tribune del secondo anello, mentre primo anello e parterre regalano un bellissimo colpo d’occhio, anche grazie ai fantastici giochi di luce della produzione, che definiremmo quasi “hollywoodiana”, tra realtà virtuali e proiezioni tridimensionali su 3 enormi pannelli che ricordano, come struttura, una gabbia.
La prima “immagine” del concerto è il cantante appeso a testa in giù, legato per i piedi, che si schianta sul palco e dal ghiaccio secco appare il vero Salmo. Si parte subito con “Russell Crowe” brano che ha compiuto esattamente 10 anni, cantato all’unisono da tutti i presenti. Potremmo definirlo un “attacco frontale” da parte dell’artista e della band che lo accompagna, in una dimensione sicuramente molto più rock (quasi hardcore) e d’impatto che su album. È sicuramente nella dimensione live che si vede il carisma di Salmo ed il rapporto che riesce ad intrattenere con i suoi fan, che sembrano quasi rapiti, come nella favola del pifferaio magico.
Solo che qua il lavoro è svolto anche da tutti i musicisti che accompagnano e supportano egregiamente il cantante. Parliamo di una vera e propria band, Le Carie, composta da Daniele Mungai aka Frenetik alla chitarra, Jacopo Volpe (già con Blanco e Sfera Ebbasta per citarne solo alcuni) alla batteria, Marco Azara alla chitarra, Davide Pavanello aka Dade (ex Linea77) al basso e da Riccardo Puddu aka Verano. In certi momenti l’energia che si sprigiona ricorda i primi Beastie Boys, tanto per scomodare paragoni illustri.
Ma per quanto possa sembrare strano, dopo quanto detto fin qua, c’è anche un sipario acustico o, come va di moda dire, unplugged. Anche questo set, non fa scendere l’adrenalina, grazie a brani che solleticano l’anima sarda tra il pubblico, dove è un continuo sventolio di bandiere con i quattro mori. Dopo un messaggio da parte dell’Avatar di Salmo sul palco principale che invita a guardarsi “alle spalle”, ci si trasferisce su un palchetto più piccolo, dietro al mixer.
Qua con luci soffuse la band al completo reinterpreta altri brani recenti e del passato ma in versione, come dicevamo, acustica. I ragazzi alle transenne allungano i cellulari e Salmo scherzosamente si filma e li filma rilanciandoli poi indietro, al volo! Finito il set si ritorna sul palco principale, ma soffermandosi anche a stringere le mani ai fan.
La terza sezione dello show è dedicata al dj set ed il Pala Alpitour cambia nuovamente atmosfera. Adesso sembra quasi di stare in un rave e tutti si mettono a saltare e a ballare. Questa è anche la parte conclusiva del concerto.
Che dire? Un grande show, che conquista anche chi di Salmo non è fan ed è presente a Torino per curiosità o semplicemente per accompagnare il figlio o il nipote a questo evento.
Nel ringraziare Vivo Concerti, Rachele Venco per Parcolimpico Torino e Beatrice Mannelli per Wordsforyou, vi ricordiamo la scaletta della serata.
RUSSELCROWE
STAI ZITTO
ANTIPATICO
PARAPPAPÀ
CHE NE SO
DAYTONA – Jam IN TRAPPOLA / LA CHIAVE CRIMINALE
1984
PERDONAMI
Jam PXM
FLOP/ACE OF SPADES
Jam-A DIO
HELLVISBACK 2/ HELLVISBACK/ TU X ME (Le Carie)
-Jam – S.A.L.M.O.
KUMITE’
90MIN
Monologo 404
SET Unplugged
INTRO CARMINE
IL SENSO DELL’ODIO
LA PRIMA VOLTA
LUNEDÌ
ALDO RITMO L’ALBA
IL CIELO NELLA STANZA
RUN THROUGH THE JUNGLE-MARLA – BLACK WIDOW
DJ set
Foto copertina di repertorio a cura di Stefanino Benni