Geolier: l’ascesa verticale del ragazzo d’oro

Geolier è uno dei nomi di punta del momento, anzi, il nome. A 24 anni ha appena realizzato un triplo sold out allo stadio Maradona di Napoli per un totale di 145000 spettatori. Dopo aver pubblicato due album straordinari, Emanuele e Il coraggio dei bambini, che hanno totalizzato milioni di streaming e un numero impressionante di dischi d’oro e di platino (Il coraggio dei bambini è stato l’album più ascoltato del 2023), ha da poco pubblicato “Dio lo sa”, terzo album in studio, che è volato immediatamente in cima alla classifica, con oltre 20 brani nella top 100 dei singoli e 8.500.000 streaming in 24 ore. Era una scommessa uscire con un nuovo disco con tutta l’aspettativa che si è creata attorno al suo fenomeno, e Geolier, decisamente, l’ha vinta.

Amatissimo dai più giovani seguaci del filone rap/urban/trap/drill, si è fatto conoscere e amare da un pubblico più ampio anche grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo, in cui si è classificato al secondo posto (primo nel cuore dei votanti) con un brano cantato in napoletano, dimostrando versatilità, bravura tecnica e carisma.  Ieri sera oltre 35000 persone sono accorse ad applaudire il loro beniamino in occasione della sua esibizione a Rock in Roma, all’ippodromo delle Capannelle.

L’eterogeneità del pubblico è una prova diretta di come questo artista sia riuscito ad abbattere qualsiasi barriera di stile. Tra la folla, in mezzo alle migliaia di ragazzini e ragazzine, è facile scorgere persone di ogni età. Se la base più forte e consolidata è quella di matrice rap/drill, le capacità vocali e performative di Emanuele Palumbo, vero nome di Geolier, gli permettono di comunicare su più livelli, dandogli accesso a sfumature di generi e stili che vanno oltre ogni classificazione.

Uno spettacolo tutto sommato semplice ma curato nei minimi dettagli, con qualche effetto visivo e pirotecnico da lasciare a bocca aperta la folla, che ha risposto con grande entusiasmo. Geolier si è mangiato il palco di Roma, con la classe e la maturità di un performer collaudato e con una naturalezza disarmante. 

Nonostante i riflettori e il successo lo separino ormai a chilometri di distanza dalle sue umili origini e dai primi freestyle improvvisati in cameretta, non ha mai perso la sua autenticità. Canta con la forza di chi ha compiuto un viaggio straordinario e che, malgrado la fama e il successo, mantiene la consapevolezza di chi ha lottato per realizzare i propri sogni. Geolier conserva intatta la sua purezza e la sua scintilla. La sua musica continua a pulsare al ritmo della strada, raccontando storie vere con la voce di chi ha vissuto sulla propria pelle ogni sfumatura della vita.

La musicalità della lingua partonepea e quel suo particolare modo di infondere emozione in ogni parola che canta, fanno parte degli ingredienti che rendono le sue canzoni accessibili ma mai banali. Varia dai brani più crudi o malinconici alle hit più orecchiabili e alle ballate melodiche, con la stessa intensità e credibilità. Geolier è uno dei rari artisti che sono riusciti a creare un legame tra tradizione e contemporaneità, tra immaginario rap e senso di comunità popolare. Il “ragazzo d’oro” è diventato uno che conta, ma non è cambiato, ha la testa sulle spalle, e sta dimostrando una professionalità e un talento fuori dal comune.

Il concerto è iniziato con l’ingresso della band formata da Guido Della Gatta alle chitarre, Carmine Landolfi B Dog alla batteria, Francesco Checcho D’Alessio e Max D’Ambra alle tastiere, Cristian Capasso al basso e i fidati producer Dat Boi Dee e Poison Beatz alle due console. Il boato del pubblico ha accolto l’ingresso di Geolier sul palco con “Per sempre”.  L’impatto è subito intenso e l’energia palpabile. La band, passateci il termine, “spacca” e il giovanissimo fenomeno non è solo bravo, fa paura. Dosa con maestria la sua voce pacata, posandola sulle note come uno strumento che ti tocca l’anima. Oltre due ore di concerto con una scaletta di circa trenta brani estratti dai tre album, accompagnati dai cori inarrestabili del pubblico e dalle migliaia di lucette dei cellulari che hanno trasformato l’ippodromo in un oceano di stelle e di musica.

“I soldi sono solo un mezzo, l’unica ricchezza è la famiglia” ha detto Emanuele confidandosi con il pubblico, sottolineando l’importanza dei legami autentici e della semplicità. Non solo talento puro, ma anche umanità e profondità, Geolier ha dimostrato ieri sera di essere un artista completo e sincero, di quelli che ti arrivano dritti al cuore. Un’esibizione che ha tinto di colori nuovi questa notte di giugno, e che ha confermato il suo meritato successo, che chissà quanto in alto lo potrà ancora portare a volare.

 

Articolo e foto di Ginevra Baldassari

Ringraziamo Elio Bordi e Lucia Anna Santarelli 

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