Sono a Soliera, paese incastonato in un intreccio di campi e vigneti a nord di Modena e ad una manciata di km da Carpi. Alimentata a nebbia e lambrusco nella stagione invernale, resta avvolta in un costante torpore, apparente, si, perché in qualche anfratto, a me sconosciuto, gli alchimisti della cultura, della musica, dell’arte, lavorano in sordina. E’ principalmente in estate, nel mese di luglio, che possiamo godere del lungo lavoro: inizia Arti Vive Festival! A mio avviso il miglior festival di queste zone, negli ultimi anni. Dal 2007 Arti Vive è cresciuto con le giuste dosi di tempo e amore, senza montature di testa, puro, bello emiliano, proponendo artisti sia di fama internazionale, che emergenti, nei comparti di musica e teatro.
Una delle grandi attese dell’edizione 2023 è per i californiani The Brian Jonestown Massacre band psichedelica formatasi nel 1990, a San Francisco, per volere di Anton Newcombe, carismatico guru della Neopsichedelia.
Nel pomeriggio, il piccolo e bollente centro storico di Soliera è ancora piuttosto vuoto, fatto salvo per stoici personaggi e fruitori della scena musicale emiliana.
Circola voce che i The Brian Jonestown Massacre non siano ancora arrivati a causa di un problema al tourbus avvenuto nei pressi di Genova di rientro da un festival in Francia… Arriveranno? Si, gli scongiuri battezzati a birra, gintonic e gnocco fritto, portano la lieta novella! Ore 19:30, sono arrivati!
Una lunga e composta coda inizia a defluire da Piazza Sassi a Piazza Lusvardi e inizia l’attesa.
Eccoli salire sul palco, iniziano a cullarci con “Anemone” e la piazza si trasforma in un caleidoscopio immaginario. Ci si lascia trasportare. Sul palco sono in 9, ah no sono 7, ah no ora sono in 10… non sai più chi sia chi, chi suoni cosa, c’è una piacevole esagerazione di chitarre. No, non sono allucinazioni e sono ferma a due tranquille birre, nulla di più.
Anton Newcombe di bianco vestito alla destra del palco, lascia lo “spazio” frontman a favore dell’eccentrico ed iconico tamburellista Joel Gion che con smorfie dal chiaro appiglio “svogliato” ci fanno immaginare quanto sia stato lungo il viaggio, senza sbagliare un colpo e catalizzando su di sè occhi e telefo nini. Un idolo!
The Brian Jonestown Massacre non lasciano nulla al caso, non scendono a compromessi e sanno bene dove vogliono portare il loro pubblico, nonostante si pongano con fare snob e apparentemente superficiale. Fa parte del gioco.
Nel cielo sopra il palco si intravede maestosa l’Orsa Maggiore, quasi a voler elevare a sè tutto il gruppo. Un concerto da prendere con la giusta leggerezza, in una serata molto calda, facendosi trasportare in uno spettacolo meraviglioso.
Ecco la set-list del concerto:
▪ Anemone
▪ Servo
▪ #1 Lucky Kitty
▪ The Real
▪ Fudge
▪ Do Rainbows Have Ends
▪ Pish
▪ Wait A Minute (230 To Be Exact)
▪ Your Mind Is My Cafe
▪ You Think I’m Joking?
▪ Don’t Let Me Get In Your Way
▪ Nightbird
▪ Forgotten Graves
▪ The Mother of All Fuckers
▪ Nevertheless
▪ Sailor
▪ Abandon Ship
Un ringraziamento allo staff di Arti vive per il gentile invito
Live Report Na/Ste
Foto per gentile concessione di Rudy Filippini