The Cinematic Orchestra
To Believe
Ninja Tune
Io credo, tu credi, noi crediamo. Ma in cosa dobbiamo credere? Nell’asfalto capitalista della specie, oppure, in un umanesimo ecologista. In cosa dobbiamo ritrarre fiducia, dopo che le ideologie sono cadute e la montagna di malessere (cito il buon filosofo Bifo Berardi) ci aggroviglia.
Prova a risponderci Jason Swinscoe, da qualche tempo coadiuvato da Dominic Smith, con un disco essenziale, necessario, e esistenzialista. E i The Cinematic Orchestra ci provano, quindi, con lustro e spessore, spiegandoci che solo in noi stessi dobbiamo credere, mettendo al bando interposizione e falsità. Credere e agire, come nel loro splendido caleidoscopio fatto di avant-jazz, elettronica minimale, collaborazioni e avanguardismo musicale.
Ruvidi quanto basta con il jungle di A caged birds/Imitation of life, in cui canta il rapper Roots Manuva, teneri quanto vogliono loro con l’iniziale To Believe. Ecco la contrapposizione perfetta, di un orchestra corposa di iniziative filosofico-musicali, in cui regna sovrana la partitura di archetipi elettronici. Da lontano, ecco poi i Board of Canada in Lessons, gema strumentale di 9 minuti che detta le sue considerazioni sul presente e oltre, anticipando la fine dell’antropocene con suoni sensoriali e suggestivi.
In questi secoli bui, ci affidano quindi ai The Cinematic Orchestra, capaci poi di interrogarsi in The Workers of Art sul futuro delle competenze artistiche e sul loro ruolo, in un viaggio con archi e punteggiature elettroniche. Un lavoro di precisione, elegante e sensazionale, caduto nel mezzo di 53 minuti di musica colta, in cui non manca neanche il soul di Heidi Vogel che canta in I Promise.
Aprite il cuore, ma anche i porti, e, soprattutto credete in voi e nella musica dei The Cinematic Orchestra.
Andrea Alesse