Comfort Festival®, dopo le numerose polemiche, ha finalmente acceso i riflettori sull’edizione 2023.
Ferrara nel 2023 è forse la capitale della musica dal vivo e non potevano mancare i maggiori artisti della scena folk rock internazionale.
Come era successa nell’edizione di due anni fa, gli organizzatori hanno pensato di scegliere artisti molto simili nel loro genere, mescolando chi è già affermato a chi è meno.
Sabbia e sole, sono due delle caratteristiche principali dell’estate.
Quest’anno il caldo sole estivo sembra quasi non voler arrivare, fortunatamente a far scappare le nuvole dei giorni passati e far tornare il sole sul palco, ci hanno pensato gli artisti del Comfort festival.
Francesco Piu ha aperto le danze.
Chitarrista, cantante e autore, con otto album all’attivo e migliaia di concerti in Italia, Europa, Canada e USA dove ha rappresentato l’Italia all’International Blues Challenge di Memphis.
Il suo blues è straordinario è sicuramente una bella sorpresa.
Altra piacevole sorpresa sono state le Pillow Queens , che, dopo il travolgente successo del loro ultimo tour in Europa e Nord America, questa di Ferrara è la loro prima apparizione nel nostro paese.
Ocie Elliot, il duo indie-folk canadese, nominato ai JUNO Awards ha reso l’attesa per gli headliner più dolce con un folk-rock intimo.
Il loro sorriso e la loro complicità è stata travolgente.
Dopo di loro, ecco finalmente salire sul palco i Wolfmother.
Di problemi ne hanno già tanti tra vari cambi di line-up e dischi un po’ deludenti, ma sono qui per far ballare il pubblico con il loro classic rock.
Il pubblico seduto nell’assolata Piazza Trento e Trieste si è alzato perché non si può stare seduti con brani come “Woman”, “New Moon Rising”.
Il clima è spettacolare.
Dal vivo i Wolfmother rimangono una delle migliori live band in circolazione, grazie alle atmosfere psichedeliche e arrangiamenti curati in ogni canzone.
“Joker & the Thief” chiude alla grande lo show con un Andrew Stockdale in super forma e contento di poter suonare dal vivo.
Il sole è ancora alto e la piazza piena solo per metà quanto Kurt Vile sale sul palco e inizia con la sua “Palace of OKV in Reverse” ipnotizzando il pubblico per un’oretta pur rimanendo immobile, così come i Violators che si spostano solo per i cambi di strumentazione.
Kurt Vile si è rivelato un grande artista e sarebbe stato perfetto anche come main event della serata.
Descrivere un concerto di Glen Hansard è difficile poiché rappresenta per me un cantante straordinario che piano piano sto conoscendo e che per la prima volta vedo dal vivo.
Sinceramente non mi importava di ascoltare dei brani particolare, anche se in effetti se avesse fatto say to me now sarei andata a casa più felice, ma quello che più colpisce è la carica che sprigiona il cantante irlandese.
“When Your Mind’s Made Up” “Bird of Sorrow”, dedicata alla sua e a tutte le mamme del mondo e “Her Mercy” sono solo alcuni esempi di canzoni che ti entrano e non se ne vanno più.
Far suonare poco più di un ora è un delitto, ma per chi volesse qualche cosa di più ricordo la sua data autunnale al Teatro dal Verme di Milano.
Dopo un lungo periodo di lontananza dal nostro paese è salito sul palco Mr Jack Johnson.
La coreografia e le luci creano l’atmosfera giusta, mentre per tutto il resto ci pensano Jack e la sua chitarra.
Il concerto procede senza una pausa con un mix dei suoi brani più famosi come “Upside down”, “Flake”, “Wasting time” che in questa cornice risultano ancora di più straordinarie.
Dopo 1 ora e mezza abbondante ci regala “Do you remember” in acustico e con la famosissima “Better together”, lasciandoci felici e contenti per aver assistito ad un bel concerto in uno scenario incredibile e suggestivo.
Le parti migliori sono stati senza dubbio i duetti con Francesco Piu, Andrew Srtockdale, Glen Hansard e Kurt Vile. Solo questi duetti su pezzi sacri del rock come Learn to Fly di Tom Petty valgono da soli il prezzo del biglietto.
Un ringraziamento particolare a Barley arts per il gentile invito
Testo a cura di Eva Melotti
Foto per gentile concessione di Carlo Vergani