Siamo un popolo strano, santifichiamo le feste degli altri paesi come se fossero nostre.
Non siamo irlandesi e nel Rugby facciamo schifo, ma nel week end di San Patrizio ci vestiamo di verde beviamo e facciamo baldoria.
Da qualche anno nell’area della “Festa Democratica” di Bologna ci sono molti eventi correlati a questa ricorrenza e capita che proprio questa sera ci sia un collettivo di musicisti venuti dall’Arizona che di San Patrizio non gli importa proprio nulla.
Il parcheggio è pieno, ma il pubblico prima di ascoltare i Calexico decide di andarsi a fare una pinta allo stand di fianco perdendosi il gruppo di supporto: Guano Padano.
Il nome di sicuro non è conosciuto, ma la peculiarità del suo nome mi ha incuriosito e sono andato a cercarlo su internet.
fonte WIKIPEDIA:
Sono un gruppo musicale italiano formato dal chitarrista Alessandro “Asso” Stefana, con alle spalle esperienze con Vinicio Capossela e PJ Harvey e un album da solista, dal bassista e contrabbassista Danilo Gallo co-fondatore dell’etichetta/collettivo indipendente El Gallo Rojo Records di Ferrara, dal batterista Zeno De Rossi che nel 2011 è stato premiato come batterista dell’anno con il Top Jazz (esito del referendum della critica indetta dalla rivista Musica Jazz).
Solo questa introduzione fa venire la pelle d’oca e allora cosa c’entrano con i Calexico?
Semplice Joey Burns gli ha prodotto un disco nel 2009 che inserisce elementi eterogenei ed appare come una colonna sonora dallo stile spaghetti western.
Nella lista delle collaborazioni troviamo anche Mike Patton, Marc Ribot e Paul Niehaus.
Dal vivo come sono?
Ecco io la pinta l’avrei bevuta all’interno dell’Estragon, perchè sono veramente 3 musicisti straordinari.
I calibro 35 fanno sold-out ovunque e sono stra conosciuti, ma io non capisco come certi gruppi possano passare così inosservati solo perchè non fanno colonne sonore per la tv o per il cinema.
In un attimo l’Estragon si trasforma in un set western, con l’inserimento anche di Joey Burns che sale sul palco per cantare l’unico brano non strumentale del set.
SETLIST:
cacti
better than the radio
plan della tortilla
black boy
my town
el divino
del rey
I Calexico non hanno bisogno di presentazioni .
Hanno appena fatto uscire un disco dal titolo The Thread That Keeps Us che trovo stupendo e mi pento amaramente di averli conosciuti solo con questo disco, ma dopo tutto non posso ascoltare tutti i dischi di questo mondo.
Chiaramente li conosco di nome e so che sono bravissimi dal vivo e sono qui all’Estagon per verificare se è vero.
Prima di Bologna hanno suonato all’Alcatraz di Milano due giorni fa e martedì 13 a Roma.
Joey Burns come premessa avverte il pubblico che stasera eseguirà praticamente tutti i i brani di The Thread That Keeps Us e sinceramente ne sono molto contento visto che i suoni tex mex sono molto piacevoli, ma forse alla lunga possono stancare.
Partono subito con le mie tre canzoni preferite del disco Dead in the Water. Voices in the Field e Under the Wheels.
Ecco finalmente i fiati, le trombe, le chitarre acustiche e il classico sound dei Calexico con Across the wire.
In un famoso film di Jim Carrey (The Mask) l’attore statunitense si mette al microfono per cantare una canzone dai ritmi caraibici e il pubblico non riusciva a stare fermo e le anche si muovevano da sole.
Dopo questo brano il concerto per me ha cambiato totalmente faccia e le mia anche hanno cominciato a muoversi da sole.
The Town & Miss Lorraine sembra una piccola serenata cantata a voce bassa che riprende i suoni tipici del Folk rock del sud degli Stati Uniti.
Spaghetti western e polizieschi sulla scena del crimine con Ballad of cable hogue con un Joey Burns a livelli canori quasi alla Tom Waits e Bob Dylan.
Questo brano introduce un altro trittico di canzoni del nuovo disco Bridge to Nowhere, Flores y tamales e End of the World With You.
Si torna nel passato della band con Black Heart e Slag prima di chiudere il set indie rock con Thrown to the wild e Girl in the Forest.
E’ ora di cominciare la festa !!
Con Minas de cobre (For Better Metal), Serenata huasteca e Cumbia de donde non si riesce a stare fermi.
Tutto il pubblico e dico tutto il pubblico si muove e balla come se fossimo ad Acapulco .
Music Box e Crystal Frontier chiudono alla perfezione la festa.
Gli encore sono un mix tra indie rock in salsa caraibica con la perla della cover di Tom Petty learning to fly.
Solo questa cover che è in onore non solo del cantate morto l’anno scorso, ma di tutti quegli artisti straordinari che ci hanno lasciato negli ultimi anni, vale il prezzo del biglietto.
Nota dolente Joey Burns non si è ricordato di Chris Cornell ma lo perdono perchè mi ha donato un concerto straordinario.
SETLIST:
Dead in the Water
Voices in the Field
Under the Wheels
Across the Wire
The Town & Miss Lorraine
Ballad of cable hogue
Bridge to Nowhere
Flores y tamales
End of the World With You
Black Heart
Slag
Thrown to the wild
Girl in the Forest
Minas de cobre (For Better Metal)
Serenata huasteca (José Alfredo Jiménez cover)
Cumbia de donde
Music Box
Crystal Frontier
Encore:
Another Space
Stray
Sunken Waltz
learning to fly (tom petty cover)
Güero canelo / Desaparecido / El cuarto de Tula
Un ringraziamento ad Estragon club per il gentile invito
Foto e testo di Carlo Vergani
Guano Padano
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Calexico
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