Dall’indie al sold out, la profezia di Calcutta e del suo Mainstream si avvera anche a Roma

Milano, Torino, e Roma (2 date!) sold out, con conseguente ossessiva ricerca sui social del biglietto da vendere all’ultimo minuto. Tutto questo dopo un estenuante tour estivo che ha seriamente raggiunto improbabili località della penisola.

Calcutta chiude il cerchio e mette la parola fine all’epopea di Mainstream, in attesa di un nuovo album e con in mezzo tante collaborazione per altri artisti, vedi Tiromancino, Luca Carboni e Francesca Michelin. Il cantante originario di Latina, ora trapiantato a Bologna, ci ha preso gusto, dando ragione a chi lo definiva un artista profetico, quando ancora legato agli angusti ma gradevoli locali del Pigneto decise di intitolare il proprio album Mainstream. Una profezia, dunque, portata in tour con una band ormai consolidata e con le hit di un’estate alternative che fanno capolinea prima nelle grandi emittenti radiofoniche e poi anche in tv.

Ma Calcutta non perde mai l’attitudine e, stretto intorno al suo look giovane, gode dell’esperienza dei molti live, presentandosi sempre più sicuro sul palco. Un fenomeno nella scrittura e nella composizione, scovato dalla competenza e dal coraggio dell’etichetta romana Bomba dischi e che fa cantare l’Atlantico di Roma sulle note di Gaetano, Limonata e Frosinone, mentre gli smartphone si scaricano in Cosa mi manchi a fare, e i palati più fini godono quando risuona l’elettricità di Dal verme. Ma dal vivo il Calcutta nazionale ci delizia anche con i vecchi pezzi di Forse…, precedente album del 2012, quando sbarcare il lunario era difficile e il disagio pontino prendeva le sembianze musicali di Amarena, Pomezia e I dinosauri, sontuosa canzone dalla programmatica presa emozionale. Ed è bello vedere che il pubblico lo segue anche in tali episodi, scovati in rete sulle stesse frequenze di Oroscopo, canzone che chiude il live dopo il disco d’oro per il milione di visualizzazioni e tutto il cerchio mediatico che ne è seguito. Mainstream è nato a Roma e a Roma trova l’epilogo, chiudendo un 2016 indimenticabile anche per un cantautore poco avvezzo alla celebrità come Calcutta.

È impossibile, infatti, dimenticare il ragazzo che si fa a nuoto il laghetto di Villa Ada per raggiungere il live estivo dell’antidivo laziale, come è allo stesso modo impossibile trascurare i sorrisi di chi canta a squarciagola dentro il grande spazio romano, ognuno con la sua personale interpretazione dei testi di un album che ha dato nuova linfa vitale alla musica del bel paese. Diventare Mainstream non è mai stato così piacevole.

Testo a cura di Andrea Alesse
Nel ringraziare DNA Concerti per il gentile invito, vi lasciamo agli scatti della serata a cura di Giuseppe Maffia:

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