Musica e colore, inclusione e coralità. La Banda Rulli Frulli suona senza paura in Arcipelago

Autori: Banda Rulli Frulli
Album: Arcipelago         
Label: Manitese/Sonic Design

Siamo terra luminescente che sgorga dal fondo del mare. Siamo vita incandescente libera di creare

Mi piacerebbe citare tutti i nomi presenti nel libretto interno di Arcipelago, per farvi capire veramente la forza quantitativa della Banda Rulli Frulli. Per la forza espressiva, rimando tutto al loro disco, simbolo di un lavoro non solo musicale, bensì di un progetto unico.

Nata come marching band nel 2010, la Banda Rulli Frulli cresce e arriva a essere un progetto didattico con settanta elementi e un laboratorio dove fare musica a ciclo continuo. Più forti del terremoto che ha distrutto la loro sala prove a Finale Emilia, i ragazzi capitanati da Federico Alberghini suonano sempre più forte. Bambine e bambini, adolescenti e giovani, abili e diversamente abili, tutti sono parte di una band che vuole fare dell’inclusione un chiaro disegno musicale, intenta a supportare il recupero di oggetti ormai in disuso, per farne strumenti musicali.

Percussioni e maschere, tubi idraulici suonati con racchette, pentole e cestelli di lavatrice. Tutto può essere suonato, e tutto può essere Banda Rulli Frulli. Accanto a loro, in Arcipelago ci mettono la faccia e la voce Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, la divina Cristina Donà e il carisma indie folk dell’eterno Bob Corn, per un nove tracce che risentono di una musica dall’istinto fortemente percussivo.

Il tropicalismo di Sabbia mischia la chitarra elettrica e la forza di assoli alla Capone e Bungt Bungt, con un basso che echeggia nervoso in un pezzo strumentale che da la giusta carica fa muovere l’ascoltatore. Un reggae alla Casino Royale fa capolinea in Giungla d’asfalto, mentre la poesia della Donà ci parla di lotta e sembianze da scoprire in Tu chi sei, oltre la fragranza pop.

La Banda Rulli Frulli non si ferma mai, e nel brano intitolato Nella rete continua con la sua strumentazione articolata e pulsante a comporre la musica che piace a lei, pronta anche a mostrarsi nel suo lato corale e suggestivo. Nel pieno del loro disco, ecco allora le chitarre mediterranee da cui si fanno accompagnare in Mani, con il duo di chitarristi Bruskers (anch’essi invitati nell’album)  che la fa da padrone.

Dopo il manifesto multiculturale a voce dolce di  Non ho scelto, la titletrack che chiude il disco è un inno d’amore alla vita di melodia coinvolgente, per liberarsi insieme alla Banda Rulli Frulli delle nostre paure.

Ma fare una recensione solo musicale per la nostra banda può essere riduttivo, visto che dietro la oro produzione c’è l’associazionismo positivo di Mani tese e tante altre realtà che supportano questo bellissimo progetto musicale e didattico, fuori dagli schemi e dai clichè.

Conoscerli e apprezzarli diventa difatti una specie di dovere.

 Testo a cura di Andrea Alesse
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