Chi sono gli At the drive -in?
Gli At the drive – in sono un gruppo post-hardcore, tra i più importanti della scena alternative degli anni novanta. Il gruppo si è formato a El Paso, in Texas, nel 1993, per poi sciogliersi nel 2001.
Cedric Bixler Zavala alla voce, Omar Rodríguez-López alla chitarra, Paul Hinojos al basso, Tony Hajjar alla batteria e Jim Ward alla chitarra, verso la fine degli anni 90′ crearono un gruppo, che con il loro terzo disco Relationship of Command prodotto da Ross Robinson ( Korn, Deftones, Limp Bizkit, Machine Head, Slipknot, Sepultura e altri) divenne in poco tempo famoso in tutto il Mondo.
Da quel gruppo nacquero tre principali progetti: Mars Volta, Sparta e più recentemente Antemasque.
Nel 2012 avvenne la prima reunion che li vide salire sul palco in numerosi festival che andavano dal Coachella al loolapaloza per poi sciogliersi per la seconda volta al termine di quella tournèe.
All’inizio del 2015, dalle pagine social della band si sono susseguiti video e messaggi che indirizzavano tutti gli indizi ad una seconda reunion.
E così è stato.
Purtroppo prima della partenza del tour il chitarrista storico della band Jim Ward esce per l’ennesima volta dalla band per essere sostituito da Keeley Davis, che neanche a farlo apposta è il chitarrista degli Sparta, band creata proprio da Ward.
E veniamo a questa sera.
Prima del gruppo di El- Paso salgono sul palco i Butchcerettes.
Teri Gender Bender allo voce/chitarra e synth e Auryn Jolene alla batteria, sono i due membri storici della band.
Fanno un punk/garage molto interessante, tanto da entrare nell’orbita di Omar Rodríguez-López, che gli produce il loro LP e contemporaneamente li volle con lui in tour con gli Antemasque.
La carica emotiva di Teri è incredibile. Ricorda una piccola Florence Welch o Melissa auf der maur per il timbro vocale, mentre i suoni si avvicinano di più alle Savages o al rock più pop dei Yeah Yeah Yeahs.
E’ stata una sorpresa piacevolissima e sicuramente ne sentiremo ancora parlare.
Ecco arrivato il momento più atteso.
Oggi 7 aprile 2016 è quella data, che tutti i fortunati spettatori di questo spettacolo, non potranno mai dimenticare.
Sono le 21:20 e il tempo al Fabrique di Milano si è fermato.
Con le prime note di Arcarsenal mi sono fatto prendere dal vortice di emozioni del momento per riprendermi un ora e mezza dopo. Il post-hardcore della band di El-Paso è esploso come una bomba, deflagrando energia su tutto il pubblico presente, grazie alla perfetta armonia del gruppo e soprattutto alla perfezione stilistica del nuovo membro della band che si coabita perfettamente con Omar e alla voce strepitosa di Cedric.
Pattern Against User è incredibile, si vede Cedric salire sulle casse saltare correre e buttarsi tra la folla come se fosse tornato indietro nel 2000, non perdendo mai il suo originario timbro vocale.
Il frontman rimbalzando da un angolo all’altro del locale batte l’asta del microfono in modo bruto come la sua voce contorcendo i suoi cori in brani come 300MHz .
“Questo è un ritorno definitivo non una semplice reunion” dice Bixler-Zavala.
L’intro di basso di Quarantined è inconfondibile e da un po’ di respiro prima delle parti melodiche di Cedric, che durante i ritornelli finalmente urlati di Omar fanno da sottofondo ad un “pogo” incredibile.
Dopo un’ ora abbondante di concerto l’assenza di Ward non si fa proprio sentire.
Anche se ha fato molto discutere, la band sembra essere finalmente consapevole di essere tornata.
Da come hanno suonato questa sera le sensazioni sono molto buone.
Non sono tanto le parole di Cedric che fanno pensare che ci possa essere di nuovo un futuro per la band, ma il diverso approccio al live che è ben diverso da quello di 4 anni fa.
Napoleon Solo e One Armed Scissor sono gli encore che tutti volevano.
Con il brano più famoso della band si è visto tutto e dico tutto il pubblico presente saltare, cantare e dimenarsi come non vedevo da anni.
Come ho già scritto in precedenza il Fabrique è proprio esploso e se ci fosse stato un sismografo, di sicuro qualche punto percentuale di magnitudo si sarebbe registrato.
Il pubblico esce senza voce, scarpe magliette, purtroppo alcuni senza documenti o con cellulari distrutti, ma non ho visto nessuno uscire dal locale milanese arrabbiato a parte i suoni forse leggermente disturbati, ma tutto questo stasera non è importante.
Sarò presuntuoso, ma dopo il concerto di questa sera si è salito ancora di un asticella sopra al livello di come una band debba fare un concerto rock e quello che è sicuro questa serata non solo per me ma per tutti i presenti rimarrà stampata nella memoria per sempre.
Posso dichiaralo apertamente: gli At The Drive-In Sono Tornati.
Testo a cura di Carlo Vergani