Tre band, tre modi diversi (ma convergenti) di concepire il punk come “musica di lotta”: in una sola serata, sul palco dell’HT Factory di Seregno, si sono alternate le canzoni di protesta contro i disagi di tutti i giorni, le canzoni rabbiose contro la cultura maschilista, e infine canzoni che incitano a combattere il sistema in generale, un sistema che favorisce la guerra, la rinascita del fascismo e il capitalismo distruttivo. E’ stata una gran serata, in altre parole…
Si inizia, mentre ancora il locale si sta riempiendo (fare la tessere ACSI a centinaia di persone è un processo luuuungo), con The Homeless Gospel Choir, che in realtà è un singolo cantante accompagnato dalla sua chitarra acustica, preso a raccontare storie di protesta contro i suoi problemi personali, problemi nei quali ci si può identificare: odiare l’inverno, odiare “il tizio alla Casa Bianca che è pieno di odio per chi è diverso”, odiare le persone che dai social network sui cellulari ti dicono che stai sbagliando e che loro sono meglio. Il locale è ancora vuoto, ma il cuore si scalda per Derek, che sul palco ce la mette tutta e alla fine dice di aver trovato nuovi amici anche fra di noi, perché la comunità punk è inclusiva e gli ha salvato la vita, quando nel 1994 ascoltò per la prima volta Dookie dei Green Day.
Dalla atmosfere amichevoli, si passa alla rabbia pura delle Dream Nails, quartetto inglese che si presenta nel modo migliore per farsi ricordare: “Siamo streghe punk femministe, cantiamo per ribellarci al patriarcato”. Non c’è ironia nei loro testi o negli atteggiamenti, e sentirle presentare le loro canzoni è un pugno allo stomaco: una è stata scritta di getto dopo l’orribile notizia di due lesbiche picchiate brutalmente perché si rifiutarono di baciarsi davanti a dei maschi arrapati, una canzone si scaglia contro chi racconta (e chi trova divertenti) le barzellette sullo stupro, e così via. Il tutto è accompagnato da una musica punk non indifferente – rendono decisamente meglio dal vivo che su disco, e alla fine del loro concerto (il loro primo in Italia) hanno sicuramente conquistato molti appassionati. Trovate un assaggio della canzone DIY live a Seregno su YouTube.
Infine, gli Anti-Flag, davanti ad un locale ormai strapieno (anche se, quando iniziano, c’è ancora chi si sta tesserando all’ingresso!). Attaccano col botto, con Christian Nationalist e The Press Corpse, scatenando dal primo istante pogo e crowdsurfing. Si va avanti per oltre 90 minuti intensi, con le voci di Justin Sane e Chris #2 ad alternarsi fra rabbia e melodia. Si fa molta politica sul palco, molti proclami, si dà forza a chi da anni combatte razzismo, omofobia, fascismo e che vede la crescita di questi fenomeni invece della loro scomparsa, e in mezzo a tutto questo si piazzano bombe sonore come This Is The End, pezzi brutali come Fuck Police Brutality, o nuovi inni già amatissimi come Hate Conquers All.
Il nuovo disco, 20/20 Vision, uscirà fra pochi giorni, e viene messo in vendita per la prima volta al mondo a questo concerto: il tizio al banchetto del merch non sapeva più dove mettere i soldi, a fine concerto, con il cd nelle mani di tutti i presenti. E’ un successo meritato, per chi riesce a far stringere la mano agli sconosciuti accanto a sè durante un concerto, utilizzando il punk come momento di ribellione ma anche di aggregazione.
Con gli Anti-Flag, la lotta non deve finire mai.
Anti-Flag e Dream Nails a Seregno: le foto del concerto
Dream Nails
Anti-Flag</3>
Si Ringrazia Hub Music Factory per l’invito al concerto