Trentaquattro anni fa, usciva Hunting High and Low. Stiamo parlando del primo album della band norvegese degli A-Ha. Era il 1985 e quel lavoro raggiunse la fama in tutto il mondo (e vendette 11 milioni di copie) grazie soprattutto al singolo Take on me. Chi ha i capelli bianchi probabilmente si ricorda di quel brano, trainato dalla celeberrima videoclip animata diretta da Steve Barron.
Se in Italia, pian piano la fama del terzetto è andata via via scemando (oggi nel nostro Paese probabilmente non vengono nemmeno distribuiti i dischi), nel Nord Europa continua ad essere vivida al punto che i concerti registrano sold out e apprezzamenti unanimi.
Abbiamo deciso di varcare le Alpi, per capire cosa resta di quei Morten Harket, Paul Waaktaar-Savoy e Magne Furuholmen che tanto fecero sognare le generazioni degli anni ’80.
L’occasione è stato il concerto tenuto nei sobborghi di Parigi (Boulogne-Billancourt), dove è stata inaugurato da poco, l’avveniristico palazzetto La Seine Musicale. Davanti a spalti gremiti gli A-Ha anno proposto integralmente il loro primo album per poi proseguire lo spettacolo con una selezione dei loro brani più famosi.
Lo show suddiviso in due atti è stato davvero affascinante. La produzione proponeva un palco tutto sommato minimale. Oltre ai tre “frontman” anche tre turnisti Karl Oluf Wennerberg (batteria), Even Ormestad (basso) e Erik Ljunggren (sintetizzatore). Alle loro spalle un grande schermo su cui si fondevano i volti degli artisti e proiezioni di paesaggi, spesso incantevoli.
L’apertura (così come si apriva Hunting High and Low è spettata a Take on me, per la quale è stata proposta una nuova animazioni, che ricalcava in qualche modo quella originale. Poi via via tutti gli altri brani del long playing. Dopo un breve intervallo il resto della scaletta, che ha regalato pezzi celeberrimi ed alcuni sconosciuti al pubblico italiano.
I tre, con qualche ruga in più, sono ancora in perfetta forma, con tanta voglia di suonare e di cantare per i loro fan sognanti.
Sono state due ore di show condite da qualche piccolo problema tecnico alle spie di Morten e dalla disorganizzazione della crew della sala.
Nonostante la Seine Musicale avesse posti numerati, un elevato numero di persone si è precipitata alla transenna, obbligando il pubblico ad assistere a buona parte del concerto in piedi. Considerato il costo del biglietto (120 euro) è risultata comprensibile l’indignazione di chi ha speso quella cifra senza ottenere quei confort per cui aveva sborsato i quattrini. Così come ha fatto sorridere la battuta di Magne Furuholmen che ha preso in giro gli organizzatori dicendo: «Il pubblico ha battuto la security».
Non è la prima volta che capitano queste cose a Parigi. Alcuni anni fa, successe esattamente la stessa cosa con lo show dei Fleetwood Mac a Bercy. Se è vero che due indizi fanno una prova, inizia a sorgerci il dubbio che l’organizzazione degli spettacoli sia in mano a personale quantomeno impreparato.
Dopo questa recriminazione, chiudiamo il nostro racconto con la scaletta della serata.
- Take on Me
- Train of Thought
- Hunting High and Low
- The Blue Sky
- Living a Boy’s Adventure Tale
- The Sun Always Shines on TV
- And You Tell Me
- Love is Reason
- I Dream Myself Alive
- Here I Stand and Face the Rain
(Intermission)
- Analogue
- Foot of the Mountain
- The Swing of Things
- Crying in the Rain
- Sycamore Leaves
- Digital River
- I’ve Been Losing You
- Stay on These Roads
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- Scoundrel Days
- The Living Daylights
Recensione di Vincenzo Nicolello